Grillo contro Letta e Napolitano

di Redazione Commenta

Di nuovo Beppe Grillo alla ribalta. Il leader del Movimento a cinque Stelle, nelle ultimissime settimane, sta monopolizzando una volta ancora le edizioni di telegiornali e dei principali quotidiani nazionali e non per i suoi attacchi. I destinatari sono abbastanza facili da individuare perché, con una battuta semi seria, potremmo dire che i destinatari degli strali di Beppe Grillo sono tutti. E quando si parla di tutti si fa riferimento in modo pressocchè univoco e indistinto all’intera classe politica del nostro Paese.

Le accuse di Grillo

A conti fatti le esternazioni degli ultimi giorni del leader del Movimento a Cinque stelle sono da catalogare nella strategia elettorale, o meglio, nella risposta di partito alla grossa e forse inaspettata sconfitta elettorale che il Movimento a Cinque stelle ha portato a casa nella tornata di elezioni comunali in giro per l’Italia di circa 10 giorni fa. Le esternazioni di oggi, di contro, sono assolutamente differenti perché muovono accuse serissime e pesantissime all’attuale governo di unità nazionale del presidente del Consiglio Enrico Letta (leggi anche: Grillo contro Floris, Gabanelli e Rodotà).

Napolitano e Letta

A quanto pare l’ottica di Grillo è questa: l’attuale governo nasce sotto la pressione della finanza internazionale, e dall’emergenza dettata dai processi di Berlusconi, l’inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena e la trattativa Stato mafia.  Ovviamente, in maniera intuibile, anche l’attuale presidente del consiglio finisce nella rete di Grillo che ormai non è la prima volta che lo chiama in causa per il suo presunto immobilismo e per essere poco più che un prestanome per gli interessi che hanno fatto nascere un tipo di governo di questo tipo e che sono gli stessi che ne scrivono l’agenda politica quotidianamente lasciandone a Letta una guida poco più che di facciata. E, ancora, il leader del Movimento a Cinque Stelle se la prende anche con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (leggi anche: Napolitano sulla disoccupazione giovanile), reo, a suo avviso, di un vero e proprio abuso di potere nel definire che il governo Letta avrà una durata di 18 mesi oltre che nel ritenerla una durata opportuna.