Come si coniuga il discorso del Papa con la lotta all’evasione

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Si s che il papa e così tutta la chiesa non possono avere un’ingerenza diretta sul governo o sul parlamento ma è anche vero che questo non impedisce al pontefice di mettere i fedeli a conoscenza degli interventi che si possono e si devono fare, per esempio, accogliere i migranti e lottare contro l’evasione fiscale. 

Dopo il ddl Cirinnà, il suo stravolgimento e la sua approvazione del testo modificato, il popolo cattolico sente la necessità e ha voglia di imprimere un nuovo corso alla politica. Il papa che rappresenta la chiesa si è espresso sui migranti e sulB con riferimenti biblici per tutti i fedeli, governanti e non.

Rispetto all’immigrazione il papa ha specificato che è necessario accogliere i migranti e farlo attraverso un atto di misericordia nei confronti di queste persone. Un’operazione che ha un senso soprattutto nell’anno del Giubileo della misericordia ma che potrebbe indurre i governanti a rivedere con più forza la posizione dell’Italia rispetto ai flussi migratori che attraversano il nostro Paese anche in direzione dell’Europa.

Nell’ultima udienza però, il Papa ha parlato anche in modo deciso del denaro sporco spiegando che la chiesa non ne ha bisogno e ribadendo che lui stesso manderebbe indietro donazioni di dubbia provenienza. Anche se si tratta di una dichiarazione, il tema del riciclaggio di denaro sporco, il tema della corruzione e il tema della lotta alla criminalità sono una priorità nell’agenda dei cattolici e dei cittadini in generale. Il papa ha suggerito nella sua riflessione che spesso è questione di scelte da parte di chi “accetta” soldi sporchi. Sul Fatto Quotidiano un riassunto del discorso fatto durante l’udienza.