Nasce l’Agenzia per la sicurezza nucleare

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La soluzione trovata, secondo il sottosegretario allo Sviluppo Economico Adolfo Urso è “equilibrata, funzionale ed efficace..

Continua a passi rapidi il percorso dell’Italia verso il ritorno all’energia nucleare. La prima pietra, ha dichiarato il ministro Scajola, dovrà essere posata entro cinque anni.

E mentre politici, tecnici e ambientalisti si confrontano – e talvolta si scontrano – sullo spinosissimo argomento, un altro passo è stato compiuto con l’approvazione di un importante emendamento all’interno della legge attualmente in discussione alla Camera: la regolamentazione dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, l’authority indipendente che sovrintenderà di fatto all’intero apparato di vigilanza sulla nuova fonte energetica del nostro Paese.


Fra le funzioni principali dell’Agenzia ci saranno: la sorveglianza sulla costruzione delle centrali nucleari; la determinazione delle modalità di stoccaggio e smaltimento delle scorie; la definizione delle norme di funzionamento delle centrali, secondo dettagliatissimi disciplinari tecnici da seguire scrupolosamente; l’applicazione di sanzioni verso i trasgressori; la predisposizione di analisi e statistiche, nonché di proposte per il miglioramento della normativa esistente.

Il personale proverrà in gran parte da altri enti esistenti, come l’ENEA e l’ISPRA.

La soluzione trovata, secondo il sottosegretario allo Sviluppo Economico Adolfo Urso è “equilibrata, funzionale ed efficace”.

Questo giudizio non è però condiviso dall’opposizione, che denuncia quanto lacunoso sia in effetti il grado di autonomia concessa all’authority, molto minore di quella riservata a tutte le altre autorità garanti esistenti nel nostro Paese.


L’Agenzia, infatti, sarà guidata da un collegio di cinque membri, di cui due saranno nominati dal ministero dello Sviluppo Economico, due dal ministero dell’Ambiente e il presidente sarà scelto direttamente dal capo del Governo.

E sarà sempre il Governo a determinare le linee generali di funzionamento del nuovo ente, che godrà dunque di autonomia regolamentare piuttosto risicata.
È probabile, comunque, che questi punti deboli saranno successivamente smussati nei passaggi parlamentari.