Accordo di Pomigliano esteso ad ogni stabilimento Fiat

di Gianni Puglisi Commenta

Il contratto tra la Fiat ed i dipendenti è stato nuovamente modificato e, oggi, risulta essere maggiormente aderente al modello di Pomigliano.

Secondo Sergio Marchionne, l’attuale amministratore delegato della Fiat, il nuovo contratto di lavoro dei dipendenti dell’azienda del Lingotto che ricalca, in parte, l’accordo di Pomigliano estendendolo, però, ad ognuno dei molti stabilimenti italiani, rappresenta un atto di coraggio che rompe con il passato incentivando, in egual modo, sia la produttività che i lavoratori e gli impianti più meritevoli di riconoscimento.

Naturalmente i sindacati di categoria, per bocca dei rappresentanti nazionali Camusso e Bonanni, si sono detti fortemente contrari ad un accordo che, lungi dal tutelare, sotto qualsiasi forma, il dipendente operaio, estende senza discriminanti la tragica realtà di Pomigliano ad ogni realtà industriale facente capo a Fiat sino al 31 dicembre 2012, in concomitanza con la scadenza del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dei Metalmeccanici.

SCIOPERO A TERMINI IMERESE

In attesa, comunque, che gli eventi si sviluppino e che l’accordo venga visionato, nei minimi dettaglio, da lavoratori e RSU, pubblichiamo quanto lasciato trapelare dalle indiscrezioni della vigilia, secondo le quali il nuovo accordo prevederà:

– un premio di 600 euro da corrispondersi a qualsiasi lavoratore, anche in cassa integrazione, a partire dal 2013

– una quattordicesima da 480 euro da distribuirsi su ogni busta paga dell’anno

– un aumento della paga base mensile del 5,2%

– una maggiorazione per gli straordinari del 60%

– un premio di 200 euro a lavoratore per gli stabilimenti Silver

– un premio di 500 euro a lavoratore per gli stabilimenti Gold

– un aumento dello 0,5% del contributo aziendale ai fondi pensione integrativi

– un aumento della gravità delle sanzioni per chi risulta essere assenteista (più del 3,5% di ore perdute)

– riduzione delle pause da 40 a 30 minuti

– obbligo del raggiungimento, nel minor tempo possibile, del regime massimo di produzione, previsto in 3 turni al giorno per 6 giorni la settimana.