Polemiche sulla RU486

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In realtà, quello dell’AIFA sarà solo un passo formale senza particolari esami nel merito, poiché l’introduzione..

Con l’imminente via libera dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), verrà meno l’ultimo paletto alla diffusione anche in Italia della pillola RU486, in grado di provocare l’interruzione di gravidanza per via farmacologica.

In realtà, quello dell’AIFA sarà solo un passo formale senza particolari esami nel merito, poiché l’introduzione della pillola abortiva è ormai un obbligo per il legislatore italiano:


la Francia, che ha introdotto la RU486 già da una ventina d’anni, ha portato a termine a Bruxelles la procedura di mutuo riconoscimento, secondo cui una medicina già approvata dagli organismi competenti in un Paese europeo viene automaticamente riconosciuta anche negli altri Stati comunitari senza particolari esami.

L’assunzione della pillola RU486, comunque, avverrebbe rispettando i dettami della legge 194/1978, e dunque la sua somministrazione dovrebbe avvenire esclusivamente in ospedale.

Ma il mondo politico si spacca trasversalmente, come sempre avviene quando si tratta di aborto. Le voci più soddisfatte arrivano dai Radicali, che da anni conducevano una battaglia per l’introduzione della pillola che garantirebbe l’interruzione di gravidanza in maniera meno invasiva del tradizionale aborto chirurgico.


Sono però numerose le voci di dissenso, suddivise in due filoni. Alcuni contestano l’aborto in sé e per sé, come il ministro Giorgia Meloni che afferma che “ogni nuovo strumento per fermare la vita non è una vittoria per nessuno”, mentre altri sono invece perplessi sulla sicurezza del ritrovato.
Il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella asserisce che “questo farmaco ha ancora molti lati oscuri” e che esso “ha provocato almeno sedici morti”.

Silvana Mura, deputata dell’Italia dei Valori, ha tuttavia definito queste affermazioni “terrorismo psicologico”.

Netto, com’era prevedibile, il dissenso della Santa Sede (il cardinale Barragan ricorda che “la vita viene prima di tutto il resto”).