No al sussidio per i dipendenti licenziati

di Redazione Commenta

dipingere i media e che la situazione può migliorare mantenendo, chi può, un atteggiamento ottimista e continuando a spendere..

Arriva oggi durante il consiglio dei ministri un no categorico alla proposta lanciata dal partito democratico capitanato da Franceschini con la quale si prevedeva di elargire un assegno in qualità di sussidio per tutte quelle persone, che durante questo periodo di crisi, perdevano il lavoro o erano “obbligate” a presentare la propria lettera dimissioni al datore di lavoro.

Silvio Berlusconi ha subito fatto notare che la crisi che sta subendo il nostro paese non è così nera come la vogliono dipingere i media e che la situazione può migliorare mantenendo, chi può, un atteggiamento ottimista e continuando a spendere.


La proposta dell’assegno, pertanto, non può essere accolta perchè si rischierebbe che molte aziende sfruttino il momento per riassettare il proprio organico licenziando personale senza aver troppi rimorsi grazie all’ammortizzatore statale.

Oltre a questo, la preoccupazione di Berlusconi si evidenzia nel fatto che molte piccole imprese potrebbero iniziare a licenziare il proprio organico mantenendo però in nero gli stessi dipendenti con un incremento del lavoro nero primo di sicurezze.


Il presidente del consiglio ha puntualizzato anche le preoccupazioni riguardanti i cosiddetti Tremonti-bond che, con una cifra di circa 10-12 miliardi di euro le banche italiane potrebbero finanziare le imprese per un importo di 150 miliardi di euro utili a far riprendere l’economia.

Tremonti ha sottolineato che l’Italia ha messo sul piatto la stessa quantità di denaro che hanno messo gli altri stati dell’Unione Europea. L’Italia non è seconda a nessuna a detto il ministro dell’Economia affermando di aver affrontato la crisi nella stessa maniera in cui Roosevelt aveva trascinato l’America nel New Deal.