Il patto di non belligeranza tra Monti e Bersani contro Berlusconi

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In maniera ufficiosa, sembrerebbe che Bersani e Monti abbiano stipulato un patto di non belligeranza per focalizzare tutte le loro forze sul vero responsabile dell'attuale crisi: il vecchio governo Berlusconi.

 Siamo entrati nel vivo della campagna elettorale, manca poco più di un mese per il tanto sospirato voto del 24-25 febbraio che nella migliore delle ipotesi restituirà un governo all’Italia che per ora resta a galla senza nessuna guida essendo il governo Monti di fatto sfiduciato e dimissionario. L’attuale legge elettorale però obbliga la coalizione vincente a stravincere anche al Senato sopratutto in regioni come Lombardia, Campania e Sicilia, questo potrebbe compromettere la stabilità del nuovo Governo che si andrà a formare.

In questi giorni Berlusconi con il suo tour mediatico continua a rosicchiare punti alla parte avversaria del centro sinistra e alla stessa coalizione montiani. Forse per questo che questi due schieramenti capeggiati da Bersani e Monti sembrano provare a trovare un patto ufficioso di non belligeranza, in modo tale da focalizzare le attenzioni solo su di un unico avversario che nello specifico sarebbe Silvio Berlusconi.

Il chiarimento tra i due leader sarebbe avvenuto attraverso una telefonata, nella quali Bersani avrebbe chiesto al professore di evitare di puntare la sua campagna elettorale sulle incongruenze tra PD e Nichi Vendola, così si fa solo il gioco di Berlusconi. Lo stesso vale sulle dichiarazioni forti di Monti riguardanti la CIGL e diciamo l’universo sindacale della sinistra.

Questo patto non ufficiale sembra però iniziare a dare i suoi primi frutti infatti la stessa Camusso abbassa i toni quando parla di Monti e sopratutto afferma in un’intervista che la situazione attuale dell’Italia non è dovuta solo al governo dei tecnici che sono stati in carica meno di un anno ma dalla gestione sconsiderata del vecchio governo Berlusconi.