Pensioni refuso dei 40 anni di contributi

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Si è trattato ufficialmente di un refuso, che sarà ora cancellato, almeno si spera.

Nella giornata di ieri si era diffusa la notizia secondo la quale il limite di contributi per andare in pensione sarebbe stato innalzato dai 40 anni attuali.

Ma nella serata è arrivata la dichiarazione del ministro del Welfare Maurizio Sacconi, che ha affermato trattarsi di un refuso.

Come dichiarato dal ministro, non era intenzione né sua, né di Azzolini, né di Tremonti, inserire una modifica del genere. Si è trattato ufficialmente di un refuso, che sarà ora cancellato, almeno si spera.

Sacconi ha parlato in Senato dove era arrivato per parlare con il relatore di maggioranza della manovra, Antonio Azzollini del Pdl, proprio dell’emendamento sulle pensioni.

Sacconi ha confermato ancora una volta che non era intenzione del governo inserire questa norma.

Anche nelle leggi Maroni e Damiano coloro che hanno 40 anni di contributi sono sottratti dal meccanismo delle quote e questo criterio sarà mantenuto. Sacconi ha ancora una volta confermato che sarà cancellato questo refuso.

L’emendamento prevedeva che “a partire dal gennaio 2016 i requisiti di età e i valori di somma di età anagrafica e di anzianità contributiva e il requisito contributivo di 40 anni ai fini del conseguimento del diritto all’accesso al pensionamento indipendentemente dall’età anagrafica sarebbero stati aggiornati a cadenza triennale con decreto direttoriale del ministero del lavoro di concerto con il ministero dell’economia da emanarsi almeno dodici mesi prima della data di decorrenza di ogni aggiornamento”.