No al crocifisso nelle scuole dalla Corte Europea

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Viene condannata l'Italia...

Una sentenza della Corte europea (COUR EUROPÉENNE DES DROITS DE L’HOMME DEUXIÈME SECTION – AFFAIRE LAUTSI c. ITALIE (Requête no 30814/06) ARRÊT STRASBOURG 3 novembre 2009 ) sui Diritti dell’Uomo afferma che l’esposizione di un simbolo religioso di natura confessionale nelle aule scolastiche (ovviamente riferito al crocifisso) rette dallo Stato limita il diritto dei genitori di educare i figli secondo le proprie convinzioni religiose o filosofiche e con la libertà degli alunni di credere o di non credere.

Viene quindi condannata l’Italia in quanto è usanza esporre la croce nelle aule scolastiche di tutto il nostro paese, che secondo la Corte di Strasburgo dovrebbe essere neutrale nell’insegnamento della religione.

L’Italia dovrà inoltre pagare alla cittadina di origini finlandesi che vive ad Abano Terme 5.000€ di danni morali. Secondo invece lo Stato italiano l’esposizione del crocifisso non metterebbe in discussione la laicità e l’imparzialità dello Stato. Ma per i giudici il crocifisso in classe è in contrasto con le necessarie garanzie di pluralismo educativo di una società democratica.

Si è espresso anche il Greek Helsinki Monitor, il quale ha affermato che la presenza di simboli quali la croce possono rappresentare una forma implicita di insegnamento della religione.

Ovviamente si è espresso anche il Vaticano, per bocca di Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, definendo sbagliata e miope la decisione della Corte europea di Strasburgo.