Le riforme dei dieci saggi per l’Italia

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Oggi, con la relazione dei dieci saggi, diciamo che si conclude ufficialmente l'esperienza istituzionale e politica del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

 Oggi diciamo che si conclude ufficialmente l’esperienza istituzionale e politica del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Infatti si è conclusa con due relazioni l’operato dei dieci saggi nominati dal Capo dell Stato per cercare di trovare all’interno del Parlamento punti in comune dei partiti su alcune riforme di cui il Paese necessita.

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Così sono state redatte due relazioni una per ogni gruppo di lavoro, infatti i dieci saggi erano stati divisi in due gruppi, Mario Mauro, Valerio Onida, Gaetano Quagliariello, Luciano Violante si sono occupati delle riforme istituzionali mentre Filippo Bubbico, Giancarlo Giorgetti, Enrico Giovannini, Enzo Moavero Milanesi, Giovanni Pitruzzella e Salvatore rossi hanno redatto i punti di riforme possibili in materio economico-sociale ed europea.

In generale il gruppo di lavoro in materia delle riforme istituzionali ha evidenziato l’esigenza di una serie di proposte che vanno dai diritti civili allo statuto dei partiti, dal Referendum alle leggi di iniziativa popolare, dalla riforma della magistratura al nuovo asset dei mezzi di comunicazione, infine si è sottolineata la necessità di una modifica anche nei rapporti tra Parlamento e Governo.

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Mentre il gruppo che operava in materia economico-sociale ed europea, ha voluto porre l’attenzione sul proposte possibile che vadano nella direzione di sostegno al lavoro e alla creazione di nuova occupazione, altro obiettivo prefissato è stato quello di una nuovo ruolo dell’Italia negli scambi internazionali, miglioramento del sistema tributario, maggiore concorrenza e assoluta tutela dei consumatori.

Tra le priorità assolute c’è ovviamente una nuova legge elettorale che possa restituire agli italiani la facoltà di scegliere i propri rapprensentanti in maniera attiva e sopratutto, far sì che dopo una tornata elettoriale sia sempre espressa una maggioranza e evitare situazioni di stallo come quello che accade in questi giorni in Parlamento.