Liste Pdl: la versione di Cosentino

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La conferenza stampa di Nicola Cosentino si è tenuta ieri a Napoli in un albergo sul lungomare. Cosentino non si è sottratto né alle domande nè alla ressa di giornalisti (la conferenza è stata rimandata perché la sala prenotata conteneva un terzo degli addetti ai lavori). E’ apparso calmo e sicuro di sé e ha trasformato in uno show dai forti caratteri personali quella che potrebbe essere stata una delle sue ultime uscite in veste istituzionale.

Il personaggio Cosentino

Il personaggio. Cosentino è molto famoso, in potente sintesi: 53 anni, di Casal di Principe. Sposato, due figli. Nel Pdl dalla sua fondazione, legatissimo a Berlusconi, già coordinatore regionale del Pdl in Campania, già sottosegretario all’Economia, imputato in due processi per concorso in associazione camorristica, già due volte graziato dal Parlamento che respinto due richieste di arresto.

Le ragioni dell’esclusione di Cosentino dalle liste Pdl

Cosentino ha rappresentato uno dei grattacapi maggiori per Berlusconi nella formazione delle liste (Elezioni 2013: le liste del Pdl) in una campagna elettorale complicata in cui l’unico punto fermo per il cavaliere è l’alleato leghista (Alleanza Lega-Pdl: elezioni 2013). Ma il rapporto con il cavaliere sembra non essersi spezzato neanche dopo la sua esclusione, anzi, una volta ancora, Cosentino si paragona a Berlusconi gridando ai quattro venti i quasi 20 anni di persecuzioni giudiziarie che li accomunano. Quello che a noi interessa è notare la scelta dell’organigramma del Pdl: l’esclusione di Cosentino si può leggere solo in un modo, vale a dire che il Pdl ha preferito perdere voti al livello locale e non al livello nazionale. La candidatura di Cosentino avrebbe assicurato un grosso bacino di voti in Campania ma il contraccolpo d’immagine al livello nazionale è stato giudicato insostenibile. Al

Cosentino e il Pdl in Campania

Altro punto degno di nota è la rottura tra Cosentino e altri big del Pdl. L’avvicinamento a Berlusconi è infatti direttamente proporzionale all’allontanamento dai vari Alfano, Bocchino e Caldoro. Cosentino difende e si paragona al cavaliere e attacca e irride pubblicamente tutti gli altri nomi grossi del Pdl. Motivo in più per capire che dietro le ragioni vere dell’esclusione di Cosentino da un lato ci sono i sondaggi e il pericolo di contraccolpo d’immagine, ma, dall’altro, un ruolo chiave lo ha giocato il Pdl in Campania che, sembra, abbia voluto disfarsi di Cosentino.