Poco entusiasmo per il presidenzialismo

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Se Bossi arriva a dire: “noi non abbiamo mai pensato al presidenzialismo”, Calderoli ribadisce che “l’unico –ismo che..

Il ritorno di fiamma di Silvio Berlusconi verso il presidenzialismo, annunciato nel corso della conferenza-stampa di fine anno, non ha suscitato eccessivo entusiasmo nel mondo politico, nemmeno da parte dei suoi principali alleati.

Se Bossi arriva a dire: “noi non abbiamo mai pensato al presidenzialismo”, Calderoli ribadisce che “l’unico –ismo che conosco è il federalismo”.

Emerge dunque il timore leghista che il progetto di una profonda modifica dell’assetto istituzionale del Paese potrebbe allontanare il traguardo della riforma federalista, data per imminente.


Più tranquillo sembra invece il ministro Renato Brunetta, secondo cui proprio il nuovo assetto federalista renderebbe necessario un punto fermo più forte al vertice della Repubblica, non ravvisando dunque alcuna incompatibilità fra presidenzialismo e devolution.

Una raffica di no arriva invece dall’opposizione, che ritiene che il premier abbia buttato questa carta sul tavolo pur di evitare che si parli della crisi economica.

Ma è l’intero discorso del capo dell’esecutivo ad aver suscitato le proteste del centrosinistra. Andrea Orlando (PD) valuta come inesistenti i risultati descritti da Berlusconi, dal ruolo internazionale dell’Italia al raddoppio degli ammortizzatori sociali, definendo la sua visione del Paese “un videogioco”. Antonio Di Pietro, definisce il premier “un venditore di illusioni”, mentre Anna Finocchiaro parla di “propaganda e arroganza”.


Pierluigi Bersani critica ironicamente gli italiani, sostenendo che secondo il Cavaliere “la crisi devono risolversela i cittadini smettendola con il cattivo umore”.
Sono invece più concilianti i toni di Pierferdinando Casini, che approva l’invito rivolto al Partito Democratico a rompere con Di Pietro, e suggerisce il dialogo a Berlusconi: “Non è il momento dell’uomo solo al comando”.
Qualche dubbio, infine, si solleva anche da destra. Al contrario di Berlusconi, Ignazio La Russa non ritiene affatto imminente la riforma della Giustizia, poiché a suo dire “alcuni aspetti sono ancora da chiarire”.