Antonio Ingroia candidato premier per la lista Rivoluzione Civile

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Ingroia ufficializza la sua candidatura a premier, attraverso la presentazione della lista "Rivoluzione Civile" che porterà anche il suo nome. Intanto il quarto polo inizia a costruire le probabili allenze.

 Dopo aver descritto il suo intento programmatico attraverso l’incotro del 21 dicembre e il manifesto “io ci sto” , oggi Ingroia ufficilizza la sua candidatura e la lista che conterrà il suo nome “Rivoluzione Civile”. L’ex magistrata scende in campo avvisando la crisi politica che sta vivendo il nostro Paese tanto da portarlo a dichiarare che siamo difronte ad un’emergenza democratica.

ELEZIONI 2013  IO CI STO IL DECALOGO DI ANTONIO INGROIA PER IL QUARTO POLO

La “rivoluzione civile” di Ingroia sarà sostenuta dal movimento arancione dei sindaci De Magistris e Leoluca Orlando, poi ci sarà anche l’IDV e le sinistre. L’ex magistrato è entusiasta e parla di milioni di sostenitori che gli daranno fiducia, affinché si possa dare una scossa decisiva alla vita politica dell’Italia. Non sono mancate le critiche incrociate ma ciò non arresterà l’avanzata di Ingroia e del quarto polo che si aggregherà intorno alla sua figuara.

Per Gasparri (PDL) Ingroia è sempre stato un magistrato di parte, quindi il presidente dei senatori del PDL non si sente per nulla stupito di questa candidatura, anzi la vede come una normale evoluzione di un magistrato politicizzato e quindi mette di nuovo in discussione la riforma della giustizia, per limitare cose del genere. Di tutt’altra opinione è Leoluca Orlando che vede Ingroia come un motivo di speranza per l’Italia, mortificata da tanti anni di Berlusconismo lontano dalla vita sociale dei cittadini.

Lo schieramento di Ingroia trova la sua collocazione politica nella sinistra anche se è molto lontana una possibile alleanza con PD e SEL , forse però ci sarà la possibilità di un avviciniamento del movimento cinque stelle che per ora corre da solo. Quindi il quarto polo prende forma, e frammanta ancor di più il voto degli italiani che rischiano di trovarsi il giorno dopo le elezioni senza una maggioranza definita.