Una Finanziaria di taglio nuovo

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L’obiettivo della maggioranza è di arrivare in tempi molto rapidi all’approvazione della legge, facendo dunque a meno..

È previsto per i prossimi giorni l’inizio dell’analisi della Legge Finanziaria per il 2009 da parte delle competenti commissioni di Camera e Senato.

L’obiettivo della maggioranza è di arrivare in tempi molto rapidi all’approvazione della legge, facendo dunque a meno dell’estenuante discussione che ha caratterizzato praticamente tutte le manovre di bilancio negli anni. Dovrebbe anche venir meno il famoso “assalto alla diligenza” tipico di ogni Finanziaria, ossia il consueto tentativo di ogni partito di maggioranza ed opposizione di strappare qualche briciola in favore del proprio elettorato di riferimento.

In quest’ottica, il ministro delle Finanze Giulio Tremonti ha puntato le sue carte sul collegato alla manovra approvato nei mesi precedenti e che disegna un nuovo modo di realizzare una Finanziaria. La legge per il nuovo anno, infatti, altro non è che la conversione in cifre e tabelle della normativa già esistente; di fatto, sono le medesime tabelle dell’anno precedente integrate con le varie modifiche approvate negli ultimi mesi, e in specie con il DL 112 dello scorso 25 giugno.

Inoltre, Tremonti ha voluto con chiarezza puntare ad una manovra disegnata in chiave pluriennale. Salvo successivi interventi, infatti, questa legge regolamenterà il sistema delle entrate e delle uscite dello Stato per i prossimi tre anni.


Il disegno di legge licenziato dal Governo il 23 settembre, dunque, contiene pochissime novità di sostanza: fra loro, la proroga ad alcune agevolazioni fiscali (per esempio: la detraibilità degli abbonamenti ai servizi pubblici di trasporto) e la correzione – purtroppo al ribasso – delle stime di crescita del PIL precedentemente formulate: a differenza dei dati sulla recessione mondiale per il 2008 l’Italia si precipita alle soglie della recessione (dallo 0,5% allo 0,1%), nel 2009 ci sarà un lieve miglioramento ma sempre in un quadro di gravissima crisi complessiva (dallo 0,9% allo 0,5%).