Dal Molin, battute finali

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La decisione, già presa da tempo e confermata dall’attuale Governo nazionale, è quella di consentire..

Sul contestatissimo piano di ampliamento della base militare americana “Dal Molin”, alle porte di Vicenza, siamo ormai alla stretta finale prima dell’inizio dei lavori.

Contro l’ampliamento si sono espresse nel tempo, con manifestazioni e proteste, numerose figure: no-global e pacifisti, forze politiche e semplici cittadini, riuniti per lo più nel comitato civico “No Dal Molin”.

La decisione, già presa da tempo e confermata dall’attuale Governo nazionale, è quella di consentire ai militari statunitensi di acquisire il controllo di ampie fasce di terreno intorno alla superficie attuale, al fine di espandere la struttura.

Sebbene lo scopo dichiarato sia quello di creare semplicemente nuovi alloggi, la decisione non è andata giù ai contestatori, che da ormai da più di un anno hanno ripetuto il loro pacifico dissenso.
Ma adesso sembra che la loro battaglia sia prossima alla sconfitta: come noto, l’amministrazione comunale aveva promosso un referendum, da tenersi domenica 5 ottobre, per chiedere ai cittadini se fossero favorevoli o contrari all’acquisto dell’intera area da parte dell’ente locale, per sottrarlo alla disponibilità dei militari.


Non solo il Governo aveva ripetuto più volte che, essendo la decisione già stata presa a Roma, nessun referendum comunale avrebbe potuto modificare le scelte di Palazzo Chigi; ma adesso è intervenuto anche il Consiglio di Stato, il quale ha imposto la sospensione della votazione: essa è stata giudicata “illegittima”, giacché non è potere del Comune intervenire su scelte di politica internazionale già ratificate dal Governo.

La decisione del giudice amministrativo è stata accolta da reazioni molto diverse: è furente il sindaco di Vicenza, Achille Variati, che parla di “bavaglio” per i cittadini; è invece soddisfatto il governatore Giancarlo Galan, da sempre favorevole all’ampliamento.