Utilità delle primarie in Italia

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Le primarie del centrosinistra in Italia. Cosa è più importante oggi selezionare il leader o scegliere le idee e le politiche che la rappresentanza parlamentare deve discutere e attuare?

Le primarie sono  una pratica di selezione della leadership politica molto lontana nel tempo, infatti le prime si tennero nel 1847 in Pennsylvania negli Stati Uniti indette dal partito democratico locale. In questi giorni tengono banco nella politica italiana le primarie della coalizione del centro sinistra che stando ai sondaggi governerà il Paese, legge elettorale permettendo. Viene da chiedersi se questo strumento democratico è utile e se effettivamente riesca a selezionare la vera leadership intorno alla quale costruire una coalizione solida capace di fronteggiare le questioni economico-sociali a cui deve rispondere il nostro Paese.

L’utilità di uno strumento del genere andrebbe valutata secondo l’efficacia o meno di realizzare l’obiettivo prefissatosi in partenza. Facciamo che questo sia individuare, attraverso la partecipazione democratica dell’istituto del voto, una persona che possa essere garante degli interessi collettivi e rappresentare le diversità interne e esterne ad una coalizione in maniera responsabile. In una organizzazione democratica il contrasto e le diversità di vedute sono la ricchezza del confronto e la scelta delle rappresentanza è il riflesso delle varie anime che alimentano la vita politica di un paese, ma in una democrazia parlamentare, com’è il nostro Paese, quanto è importante a questo punto il leader?

In questi ultimi 20 anni abbiamo visto alternarsi governi e presidenti del consiglio senza nessuna logica di leadership legittimata, ma sempre frutto di logiche interne a partiti e a potenziali coalizioni. Il Berlusconismo,  in maniera miope ha evocato l’idea dell’“uomo solo al comando”, ma nella realtà dei fatti è stato solo lo specchio di una politica narcisistica e interessata allo “share”, l’importante è apparire, enunciare e non fare, una fiction televisiva quotidiana fin quando la dura realtà non ha spento la tv a molti italiani.

A questo punto non è forse meglio indire le primarie delle idee? Delle politiche da attuare? del Paese che i rappresentati di una coalizione dovrebbero avere in mente? Evitando personalismi e riportando tutto ad una dimensione più partecipata, dal basso, in un’ottica di una politica rivolta al futuro fatta della partecipazione diretta dei cittadini? Questa non è solo una provocazione, ma la vera emergenza di questo Paese ormai spaccato e distante dalla politica vista come una pratica di palazzo, dove i politici, “sono tutti uguali”. Senza disfattismo c’è da dire che nelle primarie del centro-sinistra, qualcosa sembra andare in questa direzione, leggendo la loro carta d’intenti (www.primarieitaliabenecomune.it)  qualcosa che assomiglia a una voglia di riavvicinare la politica ai cittadini c’è e noi ci auguriamo che questo non restino solo intenti, ma delle vere azioni, che possono essere il preludio ad una stagione politica figlia della migliore Italia  al di là del concetto di leader.

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