L’ipotesi di un Napolitano bis al Quirinale, ipotesi ventilata negli ultimi giorni e fatta trapelare da più direzioni – insieme a quella di Presidente della Repubblica: una donna? –  viene, seccamente, rimandata la mittente. A farlo è il destinatario, o meglio, potremmo dire, in questo caso, il soggetto stesso di tutta la vicenda, vale a dire il nostro attuale Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano. Una replica sdegnata, ma soprattutto ferma e decisa volta a stroncare sul nascere ogni possibile equivoco: un secondo mandato al Quirinale per Napolitano è pura fantapolitica.

La smentita del Presidente della Repubblica

Una delle ipotesi che si era fatta vanti negli ultimi giorni prevedeva, addirittura, una forzatura della nostra stessa Costituzione: appariva infatti evidente l’intento del Quirinale stesso, intento poi seccamente smentito, di far pressioni sul Parlamento per un nuovo mandato, più breve dei consueti sette anni. A conti fatti, per la prima volta nella storia dell’Italia repubblicana, avremmo assistito ad un mandato presidenziale ad hoc. Nulla di tutto ciò: Napoletano svolgerà tutte le sue funzioni fino alla fine del suo settennato e dal prossimo 15 aprile si procederà a votare il futuro Presidente della Repubblica. A conti fatti le incombenze delle prossime settimane non sono poche per il Presidente Napolitano: l’insediamento delle nuove Camere, l’elezione dei Presidenti di Camera e Senato e la formazione dei gruppi parlamentari. Tutto entro il 20 marzo. Dalla seconda metà di marzo, infatti, il Presidente della Repubblica si dedicherà alle consultazioni per la formazione della nuova squadra di governo.

Il ruolo politico del Quirinale

In effetti il secondo mandato di Napolitano ha fatto infuriare il Quirinale per una serie di ragioni: in primis per il peso specifico rappresentato dall’eventuale forzatura costituzionale. E, in secondo luogo, per aver, così facendo, gettato nell’arena politica la questione del toto – Presidente della Repubblica subito prima del voto. E subito prima del rifiuto al Confronto in tv: Berlusconi, Bersani, Monti e? La conseguenze è la politicizzazione e del ruolo istituzionale da un lato, e dello stesso Napolitano dall’altro, che dovrà ancora assolvere a funzioni di alta imparzialità.