OCSE conferma bontà della riforma del lavoro

di Gianni Puglisi Commenta

Se il metro di valutazione dello stato di salute di una qualsiasi economia occidentale fosse quello della tenuta dei conti pubblici, dell'abolizione delle anacronistiche tutele ai lavoratori, e della possibile, seppur futura, ripresa economica, l'Italia di oggi non potrebbe stare meglio.

Se il metro di valutazione dello stato di salute di una qualsiasi economia occidentale fosse quello della tenuta dei conti pubblici, dell’abolizione delle anacronistiche tutele ai lavoratori, e della possibile, seppur futura, ripresa economica, l’Italia di oggi, grazie alla riforma del lavoro del ministro Elsa Fornero ed all’opera di tassazione del Governo Monti, non potrebbe stare meglio.

RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO

O, per lo meno, così avrebbero sostenuto i portavoce dell’OCSE (ovverosia dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) che, in mattinata, avrebbero dichiarato che “la riforma del lavoro messa a punto dal Governo Monti rappresenta un passo decisivo per affrontare i principali problemi del mercato del lavoro italiano in modo coerente” ribadendo come “questo intervento completerà altre iniziative, come la riforma delle pensioni e le liberalizzazioni, e dovrebbe consentire all’Italia di accelerare la creazione di posti di lavoro, far scendere la disoccupazione e rafforzare la crescita di lungo periodo”.

RIFORMA DEL WELFARE 2012

Eppure, tutto questo non basterebbe secondo l’OCSE che, in seconda analisi, avrebbe confermato come i Paesi più importati dell’Eurozona debbano ridurre le tutele dei lavoratori allo scopo di garantire l’adeguata ripresa economica dell’Unione Europea

RIFORMA DEL LAVORO SFATA IL MITO DELL’ARTICOLO 18