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Vigilanza RAI, Veltroni messo all’angolo

Se fosse una partita a scacchi, ogni osservatore direbbe che il re di centrosinistra è stato messo in un angolo, pericolosamente vicino a subire lo scacco matto.
La mossa magistrale, e per di più annunciata da tempo, compiuta dalla maggioranza di nominare a capo della commissione senatoriale di vigilanza sul sistema radiotelevisivo un esponente del PD scelto direttamente dal centrodestra ha avuto l’effetto di sparigliare le carte nel già vacillante rapporto fra il principale partito di opposizione e l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro.

Come noto, per mesi l’opposizione ha presentato compatta il nome di Leoluca Orlando (IdV) per quella carica, ma la candidatura è stata sempre osteggiata dalla maggioranza perché ritenuta di scarsa garanzia di equilibrio in una materia tanto delicata. Il PD, seppure con crescenti perplessità e frequenti richieste a Di Pietro di cambiare candidato (mai accolte), ha sempre ritenuto l’istanza proveniente dalla maggioranza come un inaccettabile diktat.

Infine, la maggioranza ha votato compatta per Riccardo Villari (PD), ritenendo con questo da un lato di chiudere una partita aperta da troppo tempo e dall’altro di assestare un colpo gravissimo alla leadership di Veltroni.


Nonostante le numerose pressioni, infatti, Villari non si è dimesso dalla carica, nonostante l’incontro col suo segretario di partito e le minacce di espulsione provenienti dalla capogruppo al Senato, Anna Finocchiaro.


Villari si è dichiarato disposto a lasciare la carica solo se si sarà trovata nel frattempo una soluzione alternativa. La scelta del senatore ha ovviamente fatto la felicità del centrodestra, che ora osserva a distanza lo sfacelo in atto nell’opposizione.

Sia Orlando che l’altro senatore dell’IdV presenti nella Commissione di Vigilanza, Pardi, hanno lasciato la stessa, mentre da ultima è spuntata la candidatura bipartisan di Sergio Zavoli, che ha avuto il beneplacito di Berlusconi in persona.