Nuove critiche sull’Imu e sulla sua reale efficacia. Questa volta il dissenso non viene da un parte politica che assume la critica all’Imu come bandiera della propria campagna elettorale, ma arriva direttamente dall’estero, e, più precisamente da Bruxelles. La fonte è il rapporto annuale sull’occupazione e gli sviluppi sociali negli Stati membri curata dal commissario Ue al Lavoro Laszlò Andor.

Iniziamo ad analizzare il contenuto del rapporto in merito all’Imu che, in potentissima sintesi, non viene stroncata a priori, ma parzialmente criticata. Di qui le esortazione a correggere l’Imu al fine di rendere la tassa più equa e più redistributiva del reddito. Fermo restando che per l’Italia si è verificato un Record entrate fiscali soprattutto grazie all’Imu. Ma procediamo con ordine: nel rapporto Ue in primo luogo viene sottolineato come l’introduzione dell’Imu obbedisca a raccomandazioni provenienti proprio da Bruxelles in merito alla riduzione del trattamento fiscale agevolato sulla casa precedentemente in vigore in Italia.

I lati positivi dell’Imu secondo Bruxelles

In secondo luogo i lati positivi dell’Imu la cui introduzione dal punto di vista comunitario ha comunque portato elementi di equità non trascurabili. Tra gli esempi di equità riportati compaiono la deduzione per la prima casa, le deduzioni supplementari per i figli a carico e in linea più generale Bruxelles elogia la forte differenza tra la tassazione per l’abitazione principale e quella (o quelle) secondaria. Ma gli elementi che hanno destato maggiore scalpore in Italia sono le correzioni che Bruxelles ha proposto per l’Imu: elementi che potranno determinare nelle prossime settimane di campagna elettorale lo scioglimento o la creazione di coalizioni come l’Alleanza Lega – Pdl: elezioni 2013.

Cosa non va nell’Imu secondo Bruxelles

Gli elementi da correggere nell’Imu riguardano: l’aggiornamento dei valori catastali, le deduzioni non legate alla capacità contributiva dei redditi dei cittadini e anche la definizione di residenza principale e secondaria. La parola d’ordine alla base degli accorgimenti proposti da Bruxelles è equità o meglio, maggiore equità e maggiore progressività sulla distribuzione del reddito.