Mario Monti esclude la possibilità che la riforma possa cambiare

di Gianni Puglisi Commenta

Il concetto, sarebbe quello che l'attuale esecutivo stia cercando di salvare il salvabile nella speranza di dare ai prossimi esecutivi italiani gli strumenti, i mezzi, i tempi e le premesse per far tornare a crescere l'Italia.

Dal palco di Cernobbio, luogo nel quale in questi giorni si starebbe svolgendo un importante convegno di Confcommercio, il Presidente del Consiglio dei Ministri nonché ministro dell’Economia e delle Finanze Mario Monti avrebbe confermato come il testo della riforma recentemente approntato dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, potrà d’ora in poi venir modificato solamente dal Parlamento della Repubblica italiana e, nel caso in cui lo ritenga necessario, dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

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Mario Monti, dunque, avrebbe definitivamente blindato le proprie proposte che, “salvo intese” con i succitati interlocutori, non verranno in alcun modo modificate.

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Per chiarire codesto, fortissimo e per certi versi autoritario, concetto, Mario Monti avrebbe affermato come le parti sociali, a partire dai tre sindacati confederali CGIL, CISL e UIL abbiano definitivamente perduto il proprio storico, ed evidentemente ormai anacronistico, diritto di veto sulle decisioni parlamentari piuttosto che governative.

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L’obiettivo della riforma, avrebbe ribadito il Premier Monti, non sarebbe, infatti, quello di rilanciare l’economia, bensì di dare all’Italia il tempo necessario a sviluppare proposte, quanto mai concrete, per rilanciare l’economia obiettivo che, dunque, non passerà mai dalle proposte del Governo Monti.

Il concetto, chiaro e lampante, sarebbe quello che l’attuale esecutivo stia cercando di salvare il salvabile nella speranza di dare ai prossimi esecutivi italiani gli strumenti, i mezzi, i tempi e le premesse per far tornare a crescere l’Italia.