Parole chiave della riforma del lavoro

di Gianni Puglisi Commenta

La riforma del lavoro non sarebbe fondata, in maniera preponderante ed esclusiva, sulla temutissima abolizione dell'Articolo 18 bensì anche su una migliore, più efficace e marcata flessibilità in uscita che dovrebbe consentire di gettare le basi per la sua radicale, e futura, trasformazione.

La riforma del lavoro, come avremmo in più d’un occasione provato a ribadire chiosando le parole del Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti, non sarebbe fondata, in maniera preponderante ed esclusiva, sulla temutissima abolizione dell’Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori bensì anche, e soprattutto, su una migliore, più efficace e marcata flessibilità in uscita, naturalmente tutelata da più efficienti prestazioni a sostegno del reddito, quali, per esempio, l’Assicurazione sociale per l’impiego (Aspi), che dovrebbe consentire, secondo quanto ricordato dal Premier Monti in occasione del forum di Cernobbio, non già di rivoluzionare il mondo del lavoro bensì di gettare le basi per la sua radicale, e futura, trasformazione.

RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO

Ebbene, essendo come molte altre testate editoriali di rilevanza nazionale venuti in possesso del testo integrale della riforma del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, possiamo oggi dirvi, con esattezza scientifica, in cos’altro consista la succitata riforma e quali dovrebbero con ogni probabilità essere le 5 parole chiave che detteranno tempi e modi dei lavori parlamentari.

LICENZIAMENTI ED AMMORTIZZATORI SOCIALI

Sull’argomento, sicuramente di rilevanza nazionale, abbiamo speso moltissime parole cercando di eviscerare, nel modo più corretto e preciso possibile, la materia.

RIFORMA DEL WELFARE 2012

Usiamo dunque questo spazio per ribadire come il Governo Monti abbia scelto di far passare la propria (dura) linea e come il reintegro del lavoratore, naturalmente a discrezione del giudice, sarà possibile solamente nei casi di licenziamenti ingiustificati afferenti la sfera disciplinare piuttosto che discriminatoria (questo, inoltre, sarà l’unico caso in cui il lavoratore, senza se e senza ma, potrà riottenere il proprio posto di lavoro come se nulla fosse accaduto).

RIFORMA DEL LAVORO SFATA IL MITO DELL’ARTICOLO 18

In tutti gli altri casi, infatti, il lavoratore avrà diritto solamente ad un indennizzo, anch’esso stabilito dal giudice, compreso tra le 15 e le 27 mensilità.

D’altro canto, a garanzia che la possibilità di una maggiore flessibilità in uscita non si trasformi, automaticamente, in precarietà, il Governo Monti avrebbe deciso di estendere la succitata Aspi a tutti i lavoratori di qualsiasi età e di qualsiasi categoria professionale assunti con un qualsiasi contratto.

CONGEDO PATERNITA’

Per rendere l’Italia più europea e più garantista dei diritti umani, oltre che per favorire una maggiore integrazione dei futuri padri nell’educazione dei propri figli, il congedo di paternità diverrà obbligatorio.

VOUCHER BABY-SITTING

Allo stesso tempo, per garantire una maggiore integrazione delle donne nel moderno tessuto socio-occupazionale moderno, ciascuna futura madre avrà l’opportunità, qualora desideri approfittarne, di ritirare, presso l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS), un determinato numero di voucher, stabilito caso per caso in base alle necessità economiche della singola famiglia, grazie ai quali usufruire, per un periodo complessivo di 11 mesi oltre la maternità obbligatoria, di un servizio di baby-sitting completamente gratuito.

DIMISSIONI IN BIANCO

Grazie a strumenti non ancora resi noti dall’esecutivo, il Governo Monti avrebbe tutte le intenzioni, senz’alcun tipo di onere per il datore di lavoro, di abolire, completamente, la pratica discriminatoria delle dimissioni in bianco

QUOTE ROSA

Il Governo Monti, infine, avrebbe altresì stabilito tempi e modi di applicazione della disciplina cosiddetta delle quote rosa, così da garantire la piena e totale integrazione delle donne nelle società controllate da pubbliche amministrazioni.