Piano Sacconi per il rilancio

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Innanzitutto, suggerisce Sacconi, occorre rafforzare la partnership internazionale per individuare..

In un momento di forte crisi economica globale come quello attuale, si moltiplicano gli sforzi di chi cerca di trovare il bandolo della matassa per ridare fiato alla nostra economia in difficoltà crescente. Di fronte ai consumi a picco, alla produzione in recessione tecnica ormai acclarata e alle borse in continua altalena, anche il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha cercato di indicare una strada per il rilancio del Paese, passando attraverso cinque strade complementari di grande importanza.

Innanzitutto, suggerisce Sacconi, occorre rafforzare la partnership internazionale per individuare soluzioni condivise dalle altre potenze economiche del pianeta. In questo senso, le dichiarazioni di principio del recente G20 a Washington sono di grande rilievo. In secondo luogo, è necessario operare per garantire la stabilità dei mercati finanziari e dei soggetti che vi operano, in un sistema di regole e di trasparenza. È poi indispensabile ridare ossigeno alle nostre imprese, garantendogli il ricorso alla liquidità in un periodo come questo in cui le banche sono estremamente restie a concedere prestiti.


Non bisogna scordare di investire massicciamente per ridurre i ritardi cronici del nostro Paese nel garantire le infrastrutture, né per combattere la dipendenza dell’Italia dall’estero per le fonti energetiche.


Infine, occorre sviluppare gli strumenti della social card e della detassazione degli straordinari, insieme ad altre eventuali soluzioni ad hoc, per incrementare il potere d’acquisto delle fasce più deboli, quelle che più di ogni altro stanno soffrendo le difficoltà della crisi in atto.
Naturalmente, le pur lodevoli intenzioni dichiarate da Sacconi devono trovare il modo di conciliarsi con la scarsità delle risorse con cui purtroppo il bilancio pubblico deve scontrarsi.