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Il paradosso delle liberalizzazione dell’energia in Italia

 A dieci anni esatti dalla liberalizzazione dell’energia in Italia,  si assiste ad un grande paradosso, i prezzi delle compagnie competitors della più grande del settore sono superiori del 12% e così i contribuienti restano legati alla vecchia “compagnia di bandiera”. E’ forse questa una delle tante occasioni sprecate in questi anni dal sistema italia che sopratutto in questo settore non riesce ad offrire un mercato snello, dinamico e sopratutto competitivo a favore dei contribuenti.

Diminuiscono i consumi degli italiani nel 2011

La fotografia scattata dall’Istituto Nazionali di Statistica ai conti pubblici italiani, purtroppo, non lascerebbe presagire, per lo meno per il 2012, nulla di buono e il fatto che l’Italia sia in recessione, o che lo diventerà a breve, sarebbe oramai appurato.

Debito pubblico Usa è un problema politico

Abbiamo parlato ieri del debito pubblico USA 2011, evidenziando come gli Stati Uniti d’America siano prossimi al collasso finanziario.

RISCHIO BANCAROTTA PER GLI USA

Il 2 agosto, infatti, secondo molti analisti, il debito statunitense supererà la soglia massima dell’indebitamento che, per legge, è stata fissata a quota 14.924 miliardi di dollari causando il default e la bancarotta di una delle maggiori economie mondiali.

Liberalizzazione dei servizi

Nel 2004 il commissario europeo per il mercato interno, Fritz Bolkestein, si mise alacremente a lavorare su un testo che completasse la liberalizzazione dei servizi verso le imprese e i consumatori, ancora sottoposti a numerosi vincoli nei vari Paesi dell’Unione.

La direttiva Bolkenstein entrò in vigore solo due anni dopo (n. 123/2006), e tuttora in molti Stati, fra cui l’Italia, la sua applicazione è stata molto carente, ma il ministro per le Politiche Comunitarie, Andrea Ronchi, intende accelerare i tempi e varare un decreto legislativo onnicomprensivo entro la fine di quest’anno.

La crisi c’è e si fa sentire

E mentre il comico Beppe Grillo fa il giro delle piazze in estrema sordina per promuovere le varie liste civiche a lui associate per le comunali e le europee, arrivano dati sconcertanti sulla situazione italiana durante questo periodo di crisi nera.

Abbiamo già scritto che il prodotto interno lordo italiano sta andando a picco e, nonostante le previsioni di Tremonti che si aspettava un calo di solamente mezzo punto percentuale, nel primo trimestre 2009 il pil italiano ha avuto un calo del 5,9%.

Taglio dell’IVA, difficile attuarlo in Italia

Nel Regno Unito si usa fare così. Sarà perché è una monarchia, o forse perché è un Paese che non ha mai amato le novità, ma i sudditi di Sua Maestà potranno godere, in concomitanza con le grandi spese natalizie, di un taglio netto della VAT (l’IVA nostrana) pari a 2,5 punti percentuali, facendo decrescere l’imponibile fino al minimo consentito dall’UE, ovvero al 15%.
Il Tremonti anglosassone, tale Alistair Darling, presenterà quest’oggi il suo piano fiscale nel corso del G-20 che si sta ora tenendo a Washington.

Ma come può uno Stato privarsi di così tanti introiti in questo momento di crisi acuta?
La risposta è semplice, e può apparire anche banale: le Sterline non incassate tramite VAT, verranno riscosse con l’innalzamento delle aliquote fino al 40-45% rispetto a quelle attuali, per tutti quei cittadini il cui reddito superi le 150mila Sterline annue, pari a 176mila Euro.

Piano Sacconi per il rilancio

In un momento di forte crisi economica globale come quello attuale, si moltiplicano gli sforzi di chi cerca di trovare il bandolo della matassa per ridare fiato alla nostra economia in difficoltà crescente. Di fronte ai consumi a picco, alla produzione in recessione tecnica ormai acclarata e alle borse in continua altalena, anche il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha cercato di indicare una strada per il rilancio del Paese, passando attraverso cinque strade complementari di grande importanza.

Innanzitutto, suggerisce Sacconi, occorre rafforzare la partnership internazionale per individuare soluzioni condivise dalle altre potenze economiche del pianeta. In questo senso, le dichiarazioni di principio del recente G20 a Washington sono di grande rilievo. In secondo luogo, è necessario operare per garantire la stabilità dei mercati finanziari e dei soggetti che vi operano, in un sistema di regole e di trasparenza. È poi indispensabile ridare ossigeno alle nostre imprese, garantendogli il ricorso alla liquidità in un periodo come questo in cui le banche sono estremamente restie a concedere prestiti.