I Comuni del Sud pagano più tasse di quelli del Nord

di Gianni Puglisi Commenta

Gli investimenti diretti (ovverosia quella parte di spese, in conto capitale, che ogni Comune italiano riserverebbe allo scopo di programmare e realizzare la costruzione delle più differenti infrastrutture) effettuati dai Comuni durante l'arco temporale analizzato sarebbero diminuiti del 17,7%.

L’Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno, la famosa SVIMEZ che da sempre si distinguerebbe per la realizzazione di alcune davvero molto interessanti indagini statistiche, sicuramente molte delle quali degne della massima nota, avrebbe recentemente pubblicato un accurato ed approfondito studio grazie al quale evidenzierebbe non solo come i cittadini dei piccoli, medi e grandi Comuni del Sud Italia siano, tra tutti i cittadini italiani, quelli a pagare il maggior numero di tasse e tributi locali in assoluto bensì anche, e soprattutto, come tutti cittadini italiani, per lo meno negli ultimi venti anni, siano stati letteralmente truffati dalle proprie amministrazioni comunali.

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Nonostante, infatti, le tasse locali siano andate costantemente aumentando, tanto che, dal 1991 al 2010, sarebbero cresciute in media del 116,5% (sebbene al Sud, in termini di impatto dei tributi locali sul Prodotto Interno Lordo pro capite, codeste tasse siano addirittura triplicate passando dai 121 euro annui pagati nel 1991 ai 300 euro annui pagati nel 2010), i servizi offerti dalle amministrazioni comunali sarebbero andati via via scemando sia in termini di quantità che, soprattutto, in termini di qualità.

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In particolar modo, stando a quanto avrebbero potuto appurare gli esperti della su indicata SVIMEZ, gli investimenti diretti (ovverosia quella parte di spese, in conto capitale, che ogni Comune italiano riserverebbe allo scopo di programmare e realizzare la costruzione delle più differenti infrastrutture) effettuati dai Comuni durante l’arco temporale analizzato sarebbero diminuiti del 17,7%.

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