Quirinale, terzo scrutinio a vuoto

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Ancora un nulla di fatto nelle elezioni del prossimo Presidente della Repubblica (leggi anche: Stop a Marini: fumata nera al primo turno). Anche il terzo scrutinio si è concluso con una fumata nera e, adesso, la svolta può avvenire nel pomeriggio. E non perché siano maturati i tempi o sia visibile una via di uscita concreta di fronte alla paralisi in cui le forze politiche del nostro Parlamento si sono ritrovate, quanto piuttosto per il cambiamento nelle regole di votazione. Dal quarto scrutinio, infatti, vale a dire da quello di oggi pomeriggio, non sarà più necessaria la maggioranza composta pari ai due terzi degli aventi diritto al voto, ma basterà una maggioranza semplice, cioè il classico 50% più uno.

I risultati del terzo scrutinio

Nello scrutinio della mattinata è successo questo: il pieno di voti lo ha intascato il candidato del Movimento a Cinque Stelle Stefano Rodotà che ha toccato addirittura la soglia di 250 preferenze. A seguire, staccati da una distanza siderale, si sono piazzati Massimo D’Alema con 34 preferenze e Romano Prodi fermo a 22. Hanno preso voti, nell’ordine, anche: Napolitano, Cancellieri, Sabelli Fioretti, De Caprio, Marini, Mussolini, Calmieri, Bonino, Chiamparino, Merlo Ricardo, Borletti Buitoni, Casaleggio, Cicchetto, Colombo Gherardo, Leo Ermanno, Castagnetti, Di Giovanpaolo e Martino.

Le schede bianche e il sostegno a Prodi

Il dato su cui riflettere è, però, soprattutto un altro, vale a dire la crescita esponenziale del numero delle schede bianche che nel corso di queste prime tre votazioni è andato crescendo progressivamente. Stamattina, alla fine del terzo scrutinio, le schede bianche sono state addirittura 465. L’aumento delle schede bianche testimonia che i giochi sotterranei sotto traccia sono ancora in corso: se da un lato Romano Prodi potrebbe ottenere il voto di un Partito Democratico finalmente coeso, dall’altro dovrebbe fare a meno certamente dell’appoggio della coalizione di centrodestra (leggi: Prodi al Quirinale con i voti di PD e M5S). E, in tutto ciò, un peso specifico molto consistente lo assumerà anche il rebus Movimento a Cinque Stelle.