Crisi. Italiani pessimisti il 2013 non sarà l’anno della ripresa

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Gli italiani molto più pessimisti, vedono molto lontana l'uscita dalla crisi. Il lavoro, ridurre le tasse e gli sprechi della politica sono i concetti su cui chiedono di intervenire alla politica.

 Solo il 16% degli italiani, cioè la metà dello scorso anno,  pensa che si uscirà dal tunnel della crisi nel 2013, mentre il restante 84%  la vede nera e non immagina affatto una possibile ripresa, ma tende a pensare ad un possibile peggioramente della situazione socio-economica del Paese. Questo è il quadro che emerge da un sondaggio di Confesercenti-Swg sulle prospettive economiche dell’Italia per l’anno appena iniziato.

La salute dell’economia Italiana è giudicata negativamente dall’87% degli intervistati con il 36% che la ritiene non buona e il 51% la ritiene addirittura pessima. A promuovere la situazione economica è solo il 13% . I più ottimisti sono i giovani sotto i 24 anni, il 22,9% vede positività nel futuro. Se per l’Italia ci si aspetta un ulteriore peggioramento, le prospettive per la propria famiglia e la situazione individuale sono giusto un po’ meno negative. L’84% delgi intervistati non si aspetta nessun miglioramento, il 52% crede che la situazione sarà invariata. Questa stasi fa calare sia gli ottimisti dal 17% al 14% rispetto l’anno scorso e anche i pessimisti dal 36% al 34%.

Per il 2013 gli italiani si aspettano molto dal nuovo esecutivo e eleggono (31%) come problema chiave e che deve occupare in primis il dibattito politico è il lavoro, per restituire speranze  e sicurezza nel futuro. Un altro nodo chiave dell’agenda politica secondo questa ricerca dovrà essere il ridurre le tasse e i costi della politica ( a individuare questa opportunità sono il 23% del campione). Quindi si chiedono meno spese e meno sprechi per trovare le risorse necessarie per ridurre la pressione fiscale insostenibile.

Ma il lavoro diventa il problema chiave, sono il 41% degli interpellati dichiara di non riuscire ad arrivare a fine mese, né con il proprio reddito né con quello familiare. Nel 2010 circa il 72% del campione riusciva a sostenere le spese della famiglia per tutto il mese, quast’anno questa percentuale di “benestanti” è scesa bruscamente al 59%.