Che cos’è il falso in bilancio

di Gianni Puglisi Commenta

Il falso in bilancio è un reato finanziario e morale poiché il colpevole, oltre a truffare lo Stato, truffa la collettività poiché non le da modo di fidarsi della gestione pubblica o private delle aziende italiane.

Dopo aver, brevemente, analizzato alcuni gravi reati finanziari, quali l’evasione fiscale o il riciclaggio di denaro, e aver imparato che alcuni di essi prevedono una componente di amoralità peggiore del reato in sé, continuiamo la nostra revisione occupandoci del falso in bilancio.


Con il termine falso in bilancio, altrimenti definito frode contabile, si intende una rendicontazione contabile non veritiera poiché falsifica, o comunque altera in qualche modo, fatti rilevanti relativi all’azienda in questione, notizie in base alle quali la collettività può ottenere le informazioni basilari grazie alle quali agire, economicamente parlando, nei confronti dell’azienda medesima.

La corretta compilazione del bilancio, dunque, non è soltanto un dovere contabile/fiscale, bensì anche un dovere morale che lascia trasparire la bontà della gestione nonché fa in modo di aumentare la fede pubblica nel bilancio, nell’azienda in discussione, nell’ordinamento giuridico.

Proprio per questo suo valore intrinseco di indice della fiducia che la collettività può riversare nelle aziende pubbliche e private, il falso in bilancio è, talvolta, considerato quale falso ideologico, sebbene diffusamente si configuri quale reato penale sanzionabile con la reclusione.

In Italia, diversamente da quanto avviene in moltissimi paesi occidentali, ciò non è più possibile a causa di una serie di normative che hanno fatto si che codesto reato venisse depenalizzato (oggi, infatti, si prevede l’arresto per un massimo di due anni mentre invece, precedentemente, il falso in bilancio era punibile con una pena pari a 5 anni di reclusione). Questi regolamenti, approvati principalmente dai governi Berlusconi ma anche dal governo Amato (il primo, nel 2000, a pensare ad una riduzione della pena, sono stati tacciati di essere leggi ad personam di Silvio Berlusconi.