Vendola e Camilleri verso le Europee

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Era nell’aria da tempo, ma si è ormai consumata definitivamente la rottura fra le due anime di Rifondazione Comunista: il governatore pugliese Nichi Vendola ha ufficialmente dato vita a “Rifondazione per la Sinistra”, il cui obiettivo è quello di riallacciare i rapporti con altre formazioni della galassia della sinistra (lo SD di Mussi, i Verdi…) e di dialogare col Partito Democratico, verso il quale, peraltro, Vendola si mantiene aspramente critico.

Nella sua migrazione, Vendola si porta dietro alcuni pezzi da novanta di PRC, come gli ex-segretari Fausto Bertinotti e Franco Giordano. Inutili gli ultimi appelli di Paolo Ferrero, che invita ad evitare “una scissione verso destra” e il rischio di una “subalternità” al PD.


Vendola rinvia al mittente queste invocazioni (“sono solo esercizi di galateo”) e spiega che “la scissione è già nei fatti”, come dimostrato dalla tormentata vicenda del licenziamento del direttore di Liberazione Piero Sansonetti.
“Sono sereno”, ha concluso il governatore nel suo intervento all’assemblea di Chianciano, “perché sento di fare ciò che sia giusto fare”.
Per un partito ampiamente annunciato che nasce nell’area della sinistra estrema, un altro nasce a sorpresa nel bel mezzo del centrosinistra. Si tratta di un non meglio precisato “partito dei senza-partito” che il popolare scrittore Andrea Camilleri ha annunciato che si presenterà alle prossime elezioni europee di giugno al fianco dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro (“l’unica vera opposizione”, secondo Camilleri).


Il creatore del commissario Montalbano si rivolge espressamente ai delusi del Partito Democratico: coloro cioè che nelle ultime politiche votarono per la formazione di Veltroni e che ora non si riconoscono nella linea seguita dall’ex-sindaco di Roma.