Corruzione in Italia

di Gianni Puglisi Commenta

La corruzione, in Italia, è giunta a livelli decisamente inaccettabili per qualsiasi democrazia occidentale e moderna.

L’Italia ha sempre sofferto, come molti ben sapranno, di una patologica nonché storicamente radicata debolezza delle proprie istituzioni, incapaci di affrontare, in maniera risolutiva, il gravissimo problema dell’evasione fiscale nonché di non saper rinunciare alla corruzione dei propri uomini e dei propri mezzi.

Oggi, questo cronico difetto tutto italiano, è universalmente noto, certificato dal Corruption Perception Index 2011.

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Questo indice, stilato annualmente dall’associazione no profit Transparency International ha lo scopo, quanto mai nobile, di raccoglie le impressioni della popolazione mondiale sulla corruzione vigente nel proprio Paese d’origine, classificando, dunque, il livello di corruzione in base, appunto, alla quantità di corruzione percepita.

E l’Italia, purtroppo, viene percepita quale una delle nazioni più corrotte del mondo.

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La classifica, assolutamente impietosa ma ritratto, se non precisamente fedele, quanto mai super partes della situazione cui versa il nostro Paese, ci relega in 69esima posizione a livello mondiale (le nazioni coinvolte nel progetto sono 182) ed in quartultima posizione, davanti a Grecia, Romania e Bulgaria, a livello europeo.

Il vero problema di questa condizione, al di là delle questioni morali, sarebbe da individuare in quelle economiche giacché, secondo l’organizzazione responsabile del progetto, corruzione ed evasione fiscale dovrebbero costituire le problematiche di imminente risoluzione affinché si possa poi procedere alla sistemazione degli ulteriori questione di interesse economico finanziario nazionale.