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Il calendario parlamentare dalle dimissioni di Monti alla legge di stabilità

 Ormai le dimissioni di Monti sono irrevocabili, l’Italia si prepara al voto anche se manca ancora qualcosa da fare al governo affinché si possa dire conclusa la sua esperienza. Di certo molte delle riforme annunciate finiranno su di un binario morto, per ora l’unica certezza è la legge di Stabilità 2013 che verrà approvata, si pensa, entro Natale provando in questo modo a tranquillizzare i mercati scossi dalle dimissioni del professore.

All’interno del decreto stabilità si pensa di inserire anche norma salva ILVA, che comunque inizierà il suo iter mercoledì nelle commissioni Ambiente e Industria alla camera. Difficile invece è l’approvazione della delega fiscale tanto osteggiata dal PDL.

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Per il resto tanto kaos, non si è ancora fissata la data per le elezioni politiche, si parla di febbraio o di marzo ma non ci sono certezze. Come non è certo che passi il decreto taglia-province, il PDL è deciso a non votarlo, già mercoledì al senato insieme alla Lega, in modo da impedirne per tempo l’approvazione, anche se il governo avverte che si rischia il “caos istituzionale”.

Poi c’è l’urgenza del decreto Sviluppo n.2, che dovrebbe essere per forza approvato entro il 18 dicembre, pena decadenza. Quindi gli sarà data priorità assoluta anche a discapito della legge di Stabilità. L’esame del provvedimento avrà inizio mercoledì e non si prospetta una facile approvazione essendo ben 400 gli emendamenti depositati nelle commissioni Trasporti e Attività produttive.

►  LE NORME FISCALI DELLA LEGGE DI STABILITA’ 2013 NON SARANNO RETROATTIVE

Appese ad un filo ci sono poi due leggi comunitarie 2011 e 2012, come anche la questione del dl “salva infrazioni” comunitarie già varato dal Cdm. Domani si discute il ddl sul pareggio di Bilancio alla Camera ma manca ancora il passaggio al senato. Nella massima incertezza i lavori dovrebbero andare avanti fino al 28 dicembre. Nel buio ma importantissima resta da approvare la legge sull’incandidabilità dei condannati che però sembra non piacere tanto all’attuale classe politica presente in parlamento.

Infine sembra ormai archiviata la possibilità di una nuova legge elettorale. Si andrà a votare ancora con la legge Porcellum, liste scritte e pensate a tavolino e il volere del popolo espletato in una crocetta cieca su di un simbolo acchiappavoti.