L’Unione Europea conferma il giudizio sull’Italia

di Gianni Puglisi Commenta

Parole confortanti sulla situazione economica italiana sono giunte oggi da parte del commissario europeo agli affari economici Olli Rehn.

Il serio programma di risanamento delle finanze, così è stato definito da più fronti,  il decreto legge 13 agosto 2011 n° 138, messo in piedi dal governo italiano per cercare di ottenere il pareggio di bilancio nel 2013, obiettivo dichiarato tutt’altro che ambizioso e facilmente realizzabile, non ha consentito al nostro Paese di non venir declassato prima da Standard&Poor’s e poi da Moody’s.

MOODY’S HA DECLASSATO L’ITALIA


Anche Fitch, in realtà, sebbene non abbia declassato il debito sovrano italiano, ha voluto dire la propria, valutando, al ribasso, le proprie stime sulla crescita del PIL italiano.

Una situazione, dunque, nella quale l’Italia, pur conservando buoni fondamentali, non è ben vista dalle maggiori agenzie di rating internazionali.

FITCH VEDE AL RIBASSO IL PIL ITALIANO

Per fortuna, però, a mitigare il giudizio ci pensano le istituzioni, sia nazionali che internazionali.

Dopo il giudizio positivo sui nostri conti fatto pervenire da Antonio Borges, infatti, sono giunte le rassicurazione niente meno che dell’Unione Europea la quale, tramite il portavoce di Olli Rehn, attuale commissario degli Affari economici, avrebbe dichiarato come i pacchetti di misure adottati a luglio e a settembre (ed è chiaro il riferimento alla manovra finanziaria 2011 ed al nuovo testo della manovra finanziaria 2011) vadano decisamente nella direzione, auspicata, della riduzione dello squilibrio tra il debito pubblico ed il PIL.

ANTONIO BORGES SOSTIENE I CONTI DELL’ITALIA

Emma Marcegaglia, leader degli industriali, avrebbe commentato la notizia dichiarandosi concorde con il commissario Rehn sebbene il taglio di tre punti sul rating confermi la gravi situazione di disagio, politico più che economico, nella quale sta sprofondando il Paese e dichiara: “Critichiamo il governo non perché non ci piace ma perché sentiamo che cresce la preoccupazione nel nostro mondo e tra gli italiani”