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Salta il taglio delle province

La Corte Costituzionale ha dichiarato illeggitimo il provvedimento sul taglio delle province, previsto dal decreto Salva-Italia. Quindi per il tanto discusso riordino delle Province è nuovamente tutto da rifare. Secondo la Consulta, il decreto legge è uno strumento illeggito da utilizzare per realizzare una riforma organica e di sistema come quella che prevedeva il taglio delle Province. Il decreto legge andrebbe usato solo per fronteggiare a questioni straordinarie che necessitano urgenza.

Questo è stato il motivo principale che ha fatto bocciare il taglio delle Province dichiarandone “l’illeggittimità costituzionale”, nonostante la sua importanza nel ridurre le spese dello Stato. La Corte Costituzionale aveva ricevuto i ricorsi presentati da 8 Regioni (Lombardia, Campania, Piemonte, Veneto, Lazio, Molise, Friuli Venezia Giulia e Sardegna).

La Consulta non si è occupata solo del taglio delle Province, sotto la lente d’ingrandimento, c’è anche il decreto 95 del 2012 che dettava nuove criteri per il riordino delle province, il numero indicativo di 350 mila abitanti e l’estensione di riferimento di 2.500 chilometri.

> PICCOLE PROVINCE A RISCHIO ABOLIZIONE

Il fatto imbarazzante è che le Province come Genova, Como, La Spezia,  Ancona, Cagliari, Vicenza, Ragusa e Belluno, che per prime avevano iniziato a subire i cambiamenti imposti dal decreto dovranno tornare al punto di partenza. Sembra una vicenda che forse non avrà mai fine, intanto Quagliariello,  Ministro delle Riforme Costituzionali, evidenzia come la necessità del Governo sia quello di riformare la Costituzione e intervenire così una volta per tutte sulla questione “taglio delle province” che potrebbe effettivamente permettere all’esecutivo di recuperare fondi da poter dedicare ad altri fini e alleggerire così le spese e ridisegnare una nuova pubblica amministrazione sopratutto a livello territoriale.

> PROVINCE ELIMINATE DALLA FINANZIARIA 2011