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S&P taglia le stime sulla crescita del PIL dell’Europa

Dopo quella di Moody’s, che solamente pochi giorni fa avrebbe provveduto a declassare, in un sol colpo, 17 banche tedesche, numerosi istituti di credito olandesi, il gruppo industriale francese PSA Peugeot Citroën ed il cosiddetto fondo salva – Stati, su tutta l’Europa si sarebbe in queste ore abbattuta la scure di Standard&Poor’s che, in linea con le altre importantissime agenzie di rating statunitensi, avrebbe deciso di rivedere, naturalmente al ribasso, non solamente il Prodotto Interno Lordo di numerose nazioni europee bensì anche, e soprattutto, di tutta l’Europa.

FUNZIONAMENTO DELLE AGENZIE DI RATING

Colpa, stando a quanto dichiarato dagli esperti di Standard&Poor’s in un rapporto recentemente consegnato nella mani dell’Economic Research, di due fattori preponderanti la cui importanza, lungi dall’affievolirsi nonostante tutte le misure economiche, politiche, fiscali e finanziarie adottate dalle nazioni più deboli dell’area euro, starebbe giorno dopo giorno aumentando lasciando purtroppo intuire, seppure in via puramente teorica, come l’attuale crisi sia ben lungi dal poter venir isolata, controllata o contrastata sin dai prossimi mesi e come, dunque, la ripresa sarà più lunga, lenta e difficile del previsto.

CREDIT WATCH NEGATIVO PER L’UNIONE EUROPEA

Questi fattori, specificati dagli analisti dell’agenzia di rating statunitensi, sarebbero sia il consistente deleveraging attualmente messo in atto dagli Stati dell’Unione Europea, dagli istituti di credito dell’Unione Europea e dai privati cittadini dell’Unione Europea sia l’ormai certa, e per un determinato periodo di tempo forse irreversibile, espansione della recessione economica dai Paesi periferici dell’Unione Europea verso i Paesi centrali dell’Unione Europea.

PIANO TEDESCO DI USCITA DALL’EURO

Stanti così le cose, dunque, Standard&Poor’s prevede che il PIL dell’Unione Europea subirà una contrazione dello 0,6% nel corso del 2012 ed una modestissima crescita, pari allo 0,4%, nel corso del 2013.