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Monti e Bersani sulla grande coalizione

A tre giorni dal voto l’argomento che desta maggiore interesse è già il dopo voto. Significa che i giochi sono fatti, anche se il silenzio Agcom complica l’interpretazione (leggi: Gli ultimi sondaggi elettorali prima del silenzio Agcom). Sono i giorni in cui tutti i leader candidati appaiono certi del proprio successo e sbandierano i propri numeri e le proprie consapevolezze: ma non si sa se per convincimento reale o per portare dalla propria parte l’elettorato indeciso.

Via Giannino, Silvia Enrico è il nuovo leader di Fare per fermare il declino

 Le dimissioni avanzate da Oscar Giannino sono state accettate dalla direzione generale di Fare Per Fermare il Declino che ha pensato bene di sostituire l’eccentrico giornalista ( che in fondo lui non potrebbe essere in quanto per esserlo oggi bisogna essere laureati) con una donna questa volta dal curriculum vitae veritiero Silvia Enrico. Classe 1976, nata ad Albenga in Liguria, la Enrico è laureata in giurispudenza all’Università di Genova, sposata, senza figli e attualmente svolge la professione di avvocato a Milano.

> OSCAR GIANNINO NIENTE LAUREA NESSUN MASTER

Monti contro il centrosinistra

I giorni che ci separano dall’apertura dei seggi elettorali sono sempre meno e il premier dimissionario Mario Monti cerca con sempre maggior forza di porsi come ago della bilancia. L’obiettivo del professore è continuare a cavalcare la sua trasversalità e spingere ancora sul fronte della sua diversità rispetto ai partiti politici classici. E Monti lo fa per due ragioni: in primis per sostenere un’idea cardine della propria campagna elettorale e, in secondo luogo, per non autoescludersi da nessuna possibile alleanza nel dopo voto.

Oscar Giannino CV falso niente laurea e nessun master

 A soli cinque giorni dal voto il neopartito Fare per Fermare il Declino rischia di perdere il suo attuale leader Oscar Giannino che difronte alle polemiche nate intorno al suo fasullo CV pubblicato in rete, ha pensato di avanzare le sue dimissioni. La storia del falso curriculm nasce dalla denuncia di uno dei promotori della nuova formazione politica Fid, Luigi Zingales, economista e accademico, che a fronte del millantato curriculum vitae falso di Giannino ha ritirato il suo sostegno al Fid e ha fatto così esplodere il caso.

Confronto in tv: Berlusconi, Bersani, Monti e?

Prove di confronto tv tra i candidati alle elezioni del 24 e 25 febbraio. Siamo a una settimana del voto a questo punto e gli attacchi frontali e la logica del tutti contro tutti è quella che determina i modi e i tempi dell’agenda politica italiana. Una logica fatta sì di attacchi, ma anche di improvvise aperture, possibili alleanze e soprattutto fatta di doppi giochi. Come, del resto, accade da sempre all’avvicinarsi di una scadenza tanto importante.

Monti al Quirinale?

Una nuova posizione è quella che sta assumendo Mario Monti all’interno dell’arco parlamentare italiano. Un arco parlamentare in fieri a dire il vero a meno di dieci giorni dall’aperture dei seggi elettorali. Si tratta ad ogni modo di una presa di posizione del premier dimissionario che gioca a carte scoperte facendo trapelare la notizia della propria candidatura al Quirinale.

Obama vota Monti

Obama vuole Monti. E boccia Berlusconi. E anche in Germania la pensano allo stesso modo. Questo, in potentissima sintesi, il contenuto delle dichiarazioni internazionali a meno di dieci giorni dall’apertura dei seggi elettorali. In effetti, potremmo dire, che non ci sono elementi di novità in quanto accaduto sullo scenario della politica internazionale negli ultimi giorni in merito alle prossime elezioni in Italia, ma la questione va spiegata meglio.

Berlusconi sulle tangenti di Finmeccanica

 

Durissima presa di posizione di Silvio Berlusconi sulla questione delle tangenti di Finmeccaninca. Il leader del Pdl parte dal commento all’arresto dell’amministratore delegato Orsi per poi spingersi in un discorso di più ampio respiro, dai contenuti molto forti e dalle ricadute altrettanto debordanti. Del resto parlare apertamente di tangenti come di un’abitudine normale e consolidata,e, per di più, farlo a meno di dieci giorni dall’apertura dei seggi elettorali, non può non avere ripercussioni forti.

TsunamiTour in Val di Susa. Grillo: siamo tutti No-Tav

 Lo Tsunami Tour di Beppe Grillo e del Movimento cinque stelle fa tappa in Val di Susa, dove è ancora aperta la vertenza sulla possibilità o meno di continuare i lavori che dovrebbero portare a termine la Tav. Il comico genevese viene accolto da tantissimi manifestanti con la bandiera No-Tav ed è a questi che si rivolge invitandoli ad abbassare le bandiere tanto il movimento è compatto contro la costruzione della Tav ritenendola una presa in giro costosa e inutile per lo sviluppo del territorio.

Bruxelles: bene la crescita italiana

 

L’Italia è tra i Paesi più virtuosi all’interno dell’Unione Europea. La definizione arriva in via ufficiale direttamente da Olli Rehn, commissario per gli Affari economici e monetari, e riguarda solo qualche aspetto della caratterizzazione economica dell’Italia in seno all’Unione Europea. Ma non per questo deve passare in secondo piano perché, nei fatti, testimonia due elementi: la validità della ricetta Monti – secondo Bruxelles – e la rinnovata fiducia nei nostri confronti da parte degli investitori internazionali.

Fitto condannato per corruzione

Raffaele Fitto, ex ministro per gli Affari regionali dell’ultimo governo Berlusconi e ex presidente della regione Puglia è stato condannato in primo grado per corruzione a 4 quattro anni di reclusione. Ad incastrare l’ex governatore pugliese è una presunta tangente di 500000 euro per un appalto da 198 milioni. Tra gli altri reati a lui ascritti a parte la corruzione ci sono anche illecito finanziamento ai partiti e un episodio di abuso d’ufficio, mentre viene assolto dall’accusa di peculato e da un’ulteriore contestazione di abuso d’ufficio.

Tutti contro Grillo

La campagna elettorale trova un singolare fronte comune di cui occuparsi. Nella giornata di ieri, infatti, quei candidati che da più parti sono impegnati ormai da giorni a gettarsi fango reciprocamente addosso e nel mettere paletti invalicabili per stroncare sul nascere ogni possibile idea di alleanza precedenti o successive al voto, erano quasi tutti d’accordo. Quasi tutti animati dal medesimo intento di attaccare e di screditare quanto più possibile dinanzi all’elettorato indeciso l’operato di Beppe Grillo.