Emergenza stupri, Alfano propone il gratuito patrocinio

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Tornati drammaticamente alla ribalta della cronaca nera nelle ultime settimane, gli episodi di violenza sessuale hanno riacceso..

Tornati drammaticamente alla ribalta della cronaca nera nelle ultime settimane, gli episodi di violenza sessuale hanno riacceso prepotentemente il dibattito politico sull’emergenza-criminalità, in verità mai sopito del tutto.

Nel quadro di generale indignazione e allarme sociale, si fa largo una proposta del ministro della Giustizia Angelino Alfano, che propone il gratuito patrocinio per le vittime di stupri.


In effetti, come segnalato dall’associazione “Telefono rosa”, molte donne evitano di denunciare gli abusi subiti proprio a causa del timore di affrontare salate spese legali pur di ottenere un risarcimento come parte civile.

Alfano propone una riforma significativa dell’istituto del gratuito patrocinio, da inserire nel DdL-Sicurezza attualmente all’esame del Parlamento, per assicurare a tutte le vittime la tutela legale a carico del bilancio dello Stato, senza limiti reddituali.

Oggi, infatti, il gratuito patrocinio è riconosciuto in campo civile e penale a chiunque ne faccia richiesta, purché dimostri di avere un reddito annuo inferiore a circa 9.700 euro.

E sulla copertura finanziaria di tale misura, Alfano si sente di rassicurare tutti: la copertura avverrebbe sottraendo il medesimo beneficio a coloro che vengono condannati per reati particolarmente gravi (associazione mafiosa, contrabbando, traffico di sostanze stupefacenti).

Oggi, infatti, qualunque spacciatore o camorrista può essere difeso in processo a spese dello Stato, quando dimostra di avere redditi inferiori alla soglia indicata. Cosa abbastanza facile, visto che i proventi illeciti di queste persone sono nascosti al Fisco per evidenti motivi.


Giudizio positivo a metà per la senatrice PD Marina Magistrelli: il gratuito patrocinio, afferma, “è una buona notizia ma non basta”, perché interviene soltanto a violenza avvenuta. Occorre anche prevenire il crimine, secondo la Magistrelli, assicurando “lotta al degrado delle periferie, illuminazione pubblica, controlli sulle strade, intercettazioni telefoniche, certezza della pena e ragionevole durata dei processi”.