Stalking, verso l’inasprimento delle pene

di Redazione Commenta

Il verbo inglese “to stalk” (molestare) era poco conosciuto dai non-anglofoni fino a pochi anni fa. Oggi, invece, la..

Il verbo inglese “to stalk” (molestare) era poco conosciuto dai non-anglofoni fino a pochi anni fa. Oggi, invece, la parola “stalking” è di uso comune, a indicare il diffuso e inquietante fenomeno delle molestie, pedinamenti, minacce rivolte ad altre persone per motivi sentimentali o di gelosia.

Le vittime dello stalking sono quasi sempre donne (ma anche molti uomini) tormentati dall’ex-fidanzato che non si rassegna o dallo spasimante respinto che non intende demordere.


Nulla di male, almeno fino a quando non si superano i limiti per cui il corteggiamento diviene intollerabile per la vittima.
Un fenomeno che un tempo non si denunciava mai, ma, oggi che i media vi si sono soffermati, è divenuto ben più frequente che la malcapitata vittima si rivolga alle forze dell’ordine, segnalando un ricco campionario di molestie, che vanno dalle cento telefonate nel cuore della notte al pedinamento per strada, fino alle minacce di ritorsione. Spesso, purtroppo, alle minacce seguono i fatti, ma in tal caso non è più semplice stalking.

Il Parlamento sta in questi giorni affrontando il tema, e l’inasprimento delle pene sta ottenendo un consenso bipartisan. In attesa del voto del Senato, la Camera dei Deputati ha approvato a larghissima maggioranza la pena della reclusione da sei mesi a quattro anni per il molestatore.


Molto soddisfatta il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna: “Le donne”, ha commentato, “avranno uno strumento in più per difendersi da comportamenti che rendono la loro vita un inferno”.

Non ha invece ottenuto il consenso della Camera un emendamento proposto da Alessandra Mussolini, per estendere anche alle vittime dello stalking il gratuito patrocinio che il ministro Alfano intende riconoscere alle vittime del reato di violenza sessuale.