Quando si andrà in pensione

di Gianni Puglisi Commenta

Con le nuove riforme delle previdenza si potrà andare in pensione sempre più tardi e con meno soldi.

Le riforme che, in queste ultime settimane, hanno interessato le pensioni, stanno preoccupando molti italiani che non sanno più capire quando e, soprattutto con quanto, andranno in pensione. Gli ultimi dati, approssimativi, parlano di età pensionabile spostata anche fino a 70 anni, per alcuni particolari casi e con un ammontare che, secondi alcuni, certo non ripaga di così tanti sforzi e tanta fatica.

Comunque, nell’attesa che la situazione si definisca nella maniera più precisa possibile, cerchiamo di fare ordine nella confusione previdenziale cercando di capire quando e con quale cifra si potrà andare in pensione.



I dati che proponiamo, però, vanno presi con le pinze giacché suscettibili di variazioni, quali quella della stima della durata media della vita, che possono cambiare in breve tempo e che, appunto, sono variabili e poiché si riferiscono ai lavoratori che oggi si trovano nella fascia d’età compresa tra i 30 ed i 50 anni.

La prima cosa da dirsi, iniziando questa disquisizione sul tema, è che vi sarà una sorta di equiparazione tra uomini e donne, tra dipendenti ed autonomi: tutti, infatti, dovranno aver accumulato numerosissimi anni di contributi per poter accedere alla possibilità del pensionamento tanto che si dovrà cercare di iniziare a lavorare, consiglio rivolto ai giovani, prima dei vent’anni se non si desidera lavorare sino a 70 anni.

LAVORATORI DIPENDENTI

Date queste premesse possiamo affermare, relativamente ai lavoratori dipendenti, che:

– i trentenni con dieci anni di lavoro alle spalle potranno andare in pensione a 61 anni

– i trentenni che cominciano a lavorare oggi potranno andare in pensione a 68 anni

– i quarantenni con 20 anni di lavoro alle spalle potranno andare in pensione a 61 anni

– i quarantenni che cominciano a lavorare oggi potranno andare in pensione a 70 anni

– i cinquantenni con 30 anni di lavoro alle spalle potranno andare in pensione a 61 anni

– i cinquantenni che cominciano a lavorare oggi potranno andare in pensione a 69 anni

LAVORATORI AUTONOMI

– i trentenni con dieci anni di lavoro alle spalle potranno andare in pensione a 62 anni

– i trentenni che cominciano a lavorare oggi potranno andare in pensione a 70 anni

– i quarantenni con 20 anni di lavoro alle spalle potranno andare in pensione a 62 anni

– i quarantenni che cominciano a lavorare oggi potranno andare in pensione a 71 anni

– i cinquantenni con 30 anni di lavoro alle spalle potranno andare in pensione a 62 anni

– i cinquantenni che cominciano a lavorare oggi potranno andare in pensione a 70 anni

AMMONTARE DELLA PENSIONE

All’allontanarsi dell’età pensionabile, però, non corrisponderà, in nessun caso ipotizzabile, un aumento delle pensioni medie oppure una più fedele aderenza dell’ammontare della pensione all’ultimo stipendio percepito.

Nella realtà dei fatti, invece, l’assegno pensionistico riuscirà a coprire, nella peggiore delle ipotesi, soltanto il fabbisogno monetario sino alla metà del mese.

Ciò sarà vero, in particolare, per quanti hanno lavorato autonomamente o hanno cominciato a lavorare tardi. Migliora, ma non di molto, la situazione per tutti quelli che oggi cominciano a lavorare prestissimo.

Se ipotizziamo, infatti, che lo stipendio percepito da un lavoratore sarebbe in grado di sostenerlo economicamente sino al conseguimento del successivo, la pensione che oggi si può sperare di ottenere coprirà soltanto il fabbisogno dei:

– successivi 19 giorni per un dipendente oggi trentenne

– successivi 19 giorni per un dipendente oggi quarantenne

– successivi 12 giorni per un autonomo oggi trentenne

– successivi 15 giorni per un autonomo oggi cinquantenne

(Le ipotesi elaborate si basano su uno scenario medio nel quale variabili quali l’aspettativa di vita, il valore del PIL e altri fattori economici determinanti non subiscano sollecitazioni eccessive).