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Tagli alla politica no grazie

Dopo l’approvazione da parte del Governo della Manovra Finanziaria 2011, sono insorte le prime roventi polemiche a causa degli aumenti delle tasse, la reintroduzione del ticket e l’abolizione di tutte le agevolazioni fiscali che spilleranno dalle tasche delle famiglie italiane ben 1.000 euro in più.


E la protesta contro la casta aumenta di ora in ora, tanto che i politici si sono visti costretti ad annunciare futuri tagli alla politica; Fini, il presidente della Camera, ha dichiarato che a settembre, al ritorno delle vacanze estive verranno ridotte le spese di Montecitorio, Di Pietro invece ha proposto per la fine di settembre una manifestazione di piazza.

Fini fa così sapere che a settembre verranno messe in atto le proposte di riduzione dei costi che verranno discusse dall’ufficio di presidenza entro la fine di luglio e votate prima delle vacanze estive.

Ma per fare il punto della situazione attuale, bisogna dire che con questa finanziaria gli stipendi dei politici scatteranno soltanto dalla prossima legislatura; prima infatti era presente un decreto in cui si proponeva di livellare gli stipendi a quelli della media europea, poi è stato deciso di calcolarli su quello degli altri sei principali relativi all’area euro.

In più la manovra avrebbe previsto che gli stipendi dei politici fossero ponderati rispetto al Pil degli altri sei maggiori paesi dell’Europa.
In più ci sarebbe dovuto essere un taglio del 10% per i finanziamenti ai partiti, ma tutto ciò sarà attuato a partire dal primo rinnovo del Parlamento.

Praticamente tutto questo ha la stessa valenza di quei simpatici cartelli che si trovano talvolta affissi in alcuni negozi che recitano “oggi non si fa credito, ma domani sì“, che significa che il domani non verrà mai.