Continuano gli scontri in Inghilterra

di Gianni Puglisi Commenta

La linea dura di David Cameron, rientrato in tutta fretta dalla vacanze per far fronte alla situazione di insostenibile violenza che in questi giorni sta sconvolgendo tutta la Gran Bretagna, è risultata inutile.


I 16.000 agenti delle forze dell’ordine schierati dal Premier inglese nelle strade londinesi come monito affinché cessassero gli scontri (che ieri hanno causato la prima vittima) sono serviti soltanto a dare una notte di tregua ai teppisti e ai negozianti della capitale, scatenando la furia dei delinquenti di mezza Inghilterra.

Manchester, Liverpool, Nottingham, Birmingham sono soltanto alcune delle città che hanno passato una notte d’inferno e i cui cittadini si sono svegliati trovando le strade, i negozi, gli uffici, le macchine messe a ferro a fuoco da un’orda di giovani che ora si scusano invocando cibo e lavoro per le migliaia di disoccupati che la crisi economica, che ancora attanaglia la Gran Bretagna, ha provocato.

Gli scontri peggiori, comunque, si sono registrati a Birmingham, ridente cittadina della media Inghilterra, dove tre negozianti hanno trovato la morte nel tentativo di difendere i propri esercizi commerciali.

La tenzone, dunque, diventata eminentemente politico-economica, sta infiammando sempre più gli animi degli inglesi e dell’opinione pubblica mondiale.

La decisione di Cameron di schierare gli idranti contro i rivoltosi, infatti, è stata mal vista da Theran. Portavoce del governo iraniano, con incredibile senso dell’ironia che, in una caso come questo deprechiamo nel modo più assoluto, hanno fatto sapere di essere pronti a costituire una task force che vigili sul rispetto dei diritti umani e che faccia in modo che le misure precauzionali adottate dal premier britannico non ledano la possibilità dei cittadini inglesi di esprimersi liberamente.

Novità si attendono dalla riunione d’emergenza del Parlamento indetta per domani.