David Cameron blocca social network

di Gianni Puglisi Commenta

Il Premier David Cameron, riferendo in Parlamento in merito alla proteste di questi giorni, ha promesso che verrà usata la linea più dura possibile sino a che non cesseranno le rivolte.

Il Premier britannico David Cameron ha riferito oggi in Parlamento, riunito in seduta comune e straordinaria, in merito ai terribili fatti di violenza che, in questi giorni, stanno scuotendo non solo Londra, focolaio delle manifestazioni di rabbia a cui il mondo assiste sin dalla scorsa settimana, bensì l’intera Gran Bretagna.

SCONTRI A LONDRA CAUSANO PRIMA VITTIMA


David Cameron ha esordito ricordando come gli scontri, sino ad ora, abbiano causato 4 morti, tra cui sono da segnalare alcuni negozianti di Birmingham (morti nel tentativo di difendere le proprie attività commerciali) e un giovane ragazzo di colore di Londra ucciso, senza apparente motivo, dagli agenti della polizia.

Proprio per evitare che questi episodi spiacevoli si perpetrino, Cameron ha promesso che adotterà la linea più dura possibile, schierando, come ha già fatto, non soltanto uomini delle forze dell’ordine bensì anche interi reparti dell’esercito nel caso in cui le violenze dovessero durare oltre il week-end.

Inoltre, e questa è la notizia che ha fatto scalpore, Cameron ha preso in seria considerazione, come riferito oggi in Parlamento, l’ipotesi di oscurare i principali social network nel caso in cui questi strumenti diventino veicoli di informazioni “proibite” in merito all’organizzazione di nuove, più violente e più organizzate manifestazioni di protesta.

CONTINUANO GLI SCONTRI IN INGHILTERRA

Forse, però, neppure queste misure straordinarie potrebbero essere in grado di arrestare l’ondata di violenza che sta sconvolgendo la Gran Bretagna e i cui motivi sarebbero da ricercarsi, secondo Cameron, non già in qualche tipo di disagio economico-politico bensì sarebbero le conseguenze di: “Una cultura. Una cultura che glorifica la violenza, mostra disprezzo per l’autorità, e parla tanto di diritti ma non di responsabilità”.