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Nonostante siano ancora tutti storditi dai festeggiamenti e dalle manifestazioni di piazza, gli americani prima o poi si domanderanno chi sia Barack Obama davvero

Nonostante siano ancora tutti storditi dai festeggiamenti e dalle manifestazioni di piazza, gli americani prima o poi si domanderanno chi sia Barack Obama davvero.
Almeno noi in Europa, vicini alla super potenza comunista (la Cina) e confinanti con il mondo arabo, obnubilati probabilmente da tutte le fandonie che Obama ci ha spacciato fino a ieri come esempi di pace e tolleranza, ma anche spaventati per le reazioni che potrebbero avere domani i nostri vicini, ci domandiamo quale dei due volti è predominante nella personalità di Obama.



Oggi l’uomo che era raffigurato al fianco di Martin Luther King e Nelson Mandela, insignito del premio Nobel per la Pace, poco dopo l’insediamento alla Casa Bianca, ha mostrato un lato guerriero ed impavido di fronte agli occhi del mondo.
A vederlo così sembra il procuratore distrettuale Harvey Dent/Due Facce, il personaggio che nel film The Dark Knight (diretto da Christopher Nolan) dice “O muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo“, un uomo che è in lotta con le due personalità che vivono dentro di lui e che prendono il sopravvento in modo alternato, creando in lui un gran confusione ed una forte crisi d’identità.
Ma il problema di tutto ciò è che Osama Bin Laden, oggi per il mondo appartenente agli oltranzisti arabi, è quello che dice Dent, un eroe, perchè è morto e quindi martirizzato.
E adesso tutti parlano come in preda ad un’estasi mistica durante un baccanale, ebbri di piacere e speranza, di pace finalmente raggiunta, di male debellato e di nuova vita: ma ne siamo davvero sicuri?
Proprio il precedente presidente americano che ha dato il via alla caccia del male assoluto personificato in Bin Laden ha detto: “Terror is bigger than one man“, ma oggi sembra invece il contrario, sembra che con Bin Laden sia stato debellato anche il terrorismo, ma nessuno, Obama in testa, si è domandato se l’uccisione di un uomo rappresenti l’iperbole dell’uccisione delle idee.
Obama lo spaccia come un atto di giustizia, ma sembra di più una vendetta da celebrare inconsapevolmente, ancora ebbri dal vino bevuto nella notte dei festeggiamenti.