Calcolo della pensione con il sistema retributivo

di Gianni Puglisi Commenta

Come calcolare l'ammontare della propria pensione secondo quanto previsto dal sistema previdenziale retributivo.

La riforma delle pensioni del Governo Monti, come anticipato in un nostro precedente articolo, verrà discussa nel corso del Consiglio dei Ministri di lunedì 5 dicembre 2011.

Molto probabilmente, sebbene ciò non sia certo al 100%, il sistema di calcolo delle pensioni verrà nuovamente modificato e si arriverà, se le indiscrezioni della vigilia dovessero rivelarsi veritiere, ad un sistema contributivo pro rata.

LEGGE DI STABILITÀ FINANZIARIA 2012

Prima di spiegare, però, cosa ciò potrebbe voler significare per la vita pensionistica di ognuno di noi, bene sarebbe effettuare una revisione, breve e al contempo esaustiva, dei sistemi previdenziali che, nel corso della storia previdenziale italiana, si sono succeduti cominciando, naturalmente, dal sistema retributivo, quello più antico e al contempo di più immediata analisi ed applicazione nonché, sotto certi punti di vista, più vantaggioso per il lavoratore.

SISTEMA PREVIDENZIALE RETRIBUTIVO

Come si intuisce dalla definizione data a codesto sistema previdenziale, il sistema retributivo prevede che al lavoratore, al momento di andare in pensione, sarà corrisposto un assegno mensile calcolato sulla base della retribuzione media mensile percepita dal dipendente o dal lavoratore autonomo.

Per il suo calcolo, come alcuni forse sapranno, si dovrà procedere alla formazione di due quote, la prima relativa agli anni di attività precedenti il 1° gennaio 1993 e definita Quota A, la seconda relativa agli anni successivi il 1° gennaio 1993 e definita Quota B.

IL GOVERNO MONTI STA LAVORANDO ALLA NUOVA MANOVRA

Per la definizione della Quota A si dovranno moltiplicare, in caso di lavoratore dipendente, le retribuzioni delle ultime 260 settimane lavorative antecedenti il 1° gennaio 1993 per il numero di settimane lavorative accreditate dall’inizio dell’attività sino al 1° gennaio 1993. Il risultato, infine, dovrà essere moltiplicato per l’aliquota della percentuale di rendimento così come si evince dalla consultazione dell’Allegato 1 Tabella 0 della circolare n. 54 del 25 marzo 2005 dell’Inps.

Per la definizione della Quota B, invece, si dovranno moltiplicare le retribuzioni delle ultime 520 settimane lavorative per il numero di settimane lavorative accreditate dal 1° gennaio 1993 sino alla conclusione dell’attività. Il risultato, dunque, andrà moltiplicato per l’aliquota della percentuale di rendimento.

La somma tra Quota A e Quota B, infine, determinerà l’ammontare monetario dell’assegno pensionistico.

Ricordiamo, in ultima analisi, come tale sistema si applichi a quei lavoratori che al 31 dicembre 1995 abbiamo accumulato almeno 18 anni di contributi.