Detraibilità dello scontrino fiscale per la lotta all’evasione

di Redazione Commenta

Tra mercoledì e giovedì si discuterà nell’aula del Senato l’adozione o meno del cosiddetto contrasto d’interessi. Questa norma prevede la detraibilità di tutti gli scontrini fiscali emessi per qualsiasi erogazione di servizio o acquisto di beni. Quindi se passasse questo emendamento, inserito da Giuliano Borbolini (PD) all’interno della delega fiscale che ha già ricevuto l’ok dalla commissione finanze al Senato, si potrà scaricare dalla dichiarazione dei redditi anche la cena al ristorante o l’intervento di manutenzione dell’elettricista. 
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Questo dovrebbe creare un circolo virtuoso affinché vengano emessi più scontrini e si riduca il sommerso, essendo interesse di tutti ricevere la ricevuta fiscale e scaricarla dalle tasse, in un’ottica di patto sociale tra cittadini e stato per contrastare l’evasione. Ma questo ragionamento non sembra convincere tutti, infatti molti sono i dubbi.

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I diffidenti a questa norma sottolineano che non è semplice creare questa virtuosità in quanto molti esercenti potrebbe proporre sconti agli acquirenti che comprano senza richiedere lo scontrino, offrendo quindi un guadagno nell’immediato e non annuale. Nel passato abbiamo qualche esempio non proprio ottimale di deducibilità fiscale, come per le “deduzioni edilizie”, introdotte all’epoca del governo Prodi, che costarono alle casse dello stato 2,4 miliardi di euro.

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Non sarà facile far diventare legge questo emendamento sopratutto per il fatto che l’iter è ancora all’inizio e il governo Monti si è espresso in maniera contrario opponendo molte riserve a riguardo.