Niente da fare per il cessate il fuoco a Gaza. Gli Stati Uniti, attraverso la loro ambasciatrice all’ONU Dorothy Shea, hanno confermato il veto su una risoluzione del Consiglio di Sicurezza per un cessate il fuoco a Gaza. La decisione è stata motivata dalla posizione che “Hamas e altri terroristi non devono avere un futuro a Gaza” per consentire qualsiasi progresso. Questo veto arriva in un momento di crescente crisi umanitaria e di forte condanna internazionale.

Le ultime sul possibile cessate il fuoco a Gaza
La situazione a Gaza è stata descritta come un “inferno sulla terra” e un luogo dove “l’umanità sta fallendo” da Mirjana Spoljarić, presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa. La sofferenza della popolazione palestinese ha superato “ogni standard legale, morale e umano”. Di fronte a questa catastrofe, il governo britannico sta valutando nuove sanzioni contro Israele, dopo aver già espresso forti preoccupazioni e sospeso i negoziati per un accordo di libero scambio. Anche la Spagna ha revocato un importante contratto di armamenti con Israele.
Nonostante le pressioni, il Ministero della Difesa israeliano ha annunciato un aumento record delle esportazioni di armi nel 2024, raggiungendo oltre 14,7 miliardi di dollari, con un incremento significativo verso gli Stati arabi del Golfo.
Il premier britannico Keir Starmer ha definito le azioni israeliane “spaventose, controproducenti e intollerabili”, sottolineando la necessità di un cessate il fuoco immediato, del rilascio degli ostaggi e di un massiccio afflusso di aiuti a Gaza. Queste dichiarazioni seguono un tragico episodio vicino al centro di distribuzione della Gaza Humanitarian Foundation (GHF) ad al-Mawasi, dove 27 persone sono state uccise da spari israeliani.
Hamish Falconer, viceministro agli Esteri britannico, ha criticato il sistema di aiuti della GHF come “disumano” e ha chiesto al governo israeliano di ripristinare immediatamente le condizioni per la distribuzione su larga scala degli aiuti da parte dell’ONU e dei suoi partner. L’appello è stato ripreso da Tom Fletcher, capo degli affari umanitari dell’ONU, che ha attribuito le “scene orribili” di palestinesi uccisi mentre cercavano cibo a “scelte deliberate che hanno sistematicamente privato due milioni di persone dei beni essenziali per la sopravvivenza”. La GHF ha annunciato la sospensione delle operazioni di distribuzione degli aiuti a causa di lavori di manutenzione e riparazione. Parallelamente, l’esercito israeliano ha vietato il passaggio dei palestinesi sulle strade che conducono ai centri di distribuzione, considerate zone di combattimento.
I combattimenti nella Striscia di Gaza continuano incessantemente. Il Ministero della Salute di Hamas ha riportato almeno 95 morti e 440 feriti tra martedì e mercoledì, portando il bilancio totale delle vittime a 54.607 dall’inizio del conflitto. Tra le vittime più recenti, 12 persone, inclusi donne e bambini, sono state uccise in un raid israeliano su una tenda per sfollati a Khan Yunis.
In questo contesto di violenza e sofferenza, un accordo per una tregua e lo scambio di prigionieri appare ancora lontano. Tuttavia, mediatori egiziani e qatarini hanno espresso un cauto ottimismo, suggerendo che Hamas potrebbe presentare una nuova proposta più vicina alle richieste dell’inviato speciale statunitense Steve Witkoff. La situazione rimane estremamente tesa, con un’urgente necessità di risoluzione per alleviare la crisi umanitaria.