Caso Ruby: Berlusconi non si presenterà dai pm

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Il premier non si presenterà come da invito ricevuto, ma andrà davanti al suo giudice naturale.

Oggi, gli avvocati Piero Longo e Niccolò Ghedini, difensori di Silvio Berlusconi, invieranno una memoria difensiva ai pm che si stanno occupando del caso Ruby, nella quale verrà spiegato perchè secondo loro la Procura di Milano non è competente a indagare sulla questione.

Saranno dunque descritte anche le motivazioni per le quali il premier non si presenterà come da invito ricevuto, ma andrà davanti al suo giudice naturale.

La strategia difensiva completa comunque, sarà messa a punto solamente dopo che la Giunta della Camera dei deputati avrà deciso sull’autorizzazione a perquisire gli uffici di Giuseppe Spinelli, il ragioniere di Berlusconi, il quale in precedenza aveva respinto l’ingresso delle forze dell’ordine.

La difesa contesta la pertinenza di Milano per competenza territoriale in primo luogo, infatti la Villa di Arcore si trova nel territorio del Tribunale di Monza, ed anche la casa del capo di gabinetto del questore, il quale ha ricevuto la telefonata dal capo del governo.

I legali punteranno soprattutto però sulla competenza funzionale, in quanto il reato più grave di cui è accusato Berlusconi, la concussione, sarebbe stato compiuto in quanto presidente del Consiglio, dunque si dovrebbe andare al Tribunale dei ministri.

La difesa punterà anche sull’accanimento delle intercettazioni. Secondo un calcolo di Panorama, che ha spulciato le 389 pagine dell’invito a comparire a Berlusconi, sono stati intercettati almeno 100mila tra telefonate e sms in nemmeno 6 mesi.