Oggi è stata una lunga giornata di votazioni a Palazzo Chigi, per eleggere il prossimo Capo dello Stato, ma nulla di fatto sia la votazione del mattino che quella pomeridiana non ha espresso nessuna indicazione.
Oggi è stata una lunga giornata di votazioni a Palazzo Chigi, per eleggere il prossimo Capo dello Stato, ma nulla di fatto sia la votazione del mattino che quella pomeridiana non ha espresso nessuna indicazione però ha acuito le fratture all’interno del PD che non si è presentato compatto dietro il nome di Marini, che comunque piaceva sia a Berlusconi che alla Lega.
Nel pomeriggio Pd e Pdl si sono espressi con scheda bianca e l’unica costante è stata Stefano Rodotà presentato dal M5S e votato da SEL e molti del PD. Il giurista resta forse l’unica carta ragionevole che potrebbe effetivamente unire sopratutto al quarto turno quando non sarà più richiesto il quorum di 672 (sui 1007 aventi diritto di voto).
Ma per ora nessuna apertua a Rodotà da parte del PD nonostante la base del partito vorrebbe l’elezione del giurista, infatti sia davanti a Montecitorio, sia nelle sedi del partito, che in rete non hanno tardato le manifestazioni di dissenzo, #occupyPD è stato l’hashtag, ma tanti giorni i protagonisti della protesta.
Bersani ammette di aver compreso l’errore e annuncia che alla prossima votazione ci saranno novità nonostante non conferma il convergere del partito su Rodotà, molti si aspettano il nome di Prodi, che non dispiacerebbe nemmeno allo stesso M5S ma forse non sarebbe la scelta giusta eleggere l’uomo che nell’immaginario collettivo rappresenta l’avversario dichiarato di Berlusconi. Quindi a questo punto c’è una situazione di forte stallo che forse si risolverà solo dopo la quarta votazione con il ritorno in gioco di Marini. Staremo a vedere sperando in un Presidente della Repubblica capace di gestire l’attuale situazione di crisi che ogni giorno degrada.