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Il medico non può lasciar compilare le ricette al farmacista

Il medico di base non può lasciare carta bianca al farmacista per la compilazione delle ricette, neppure in caso di terapia per malattia cronica.

La sentenza della Corte di Cassazione censura questo comportamento dei medici, sostenendo la necessità di un contatto diretto con il paziente al momento della compilazione della ricetta.

La Cassazione è stata chiamata a giudicare sul caso di un dottore e due farmacisti: questi ultimi solitamente compilavano e firmavano le ricette con la firma del dottore.

La sentenza ha stabilito che il medico deve controllare ogni volta la necessità del farmaco, indipendentemente dalla malattia del paziente. Nell’episodio in questione, l’illecito si era ripetuto 8.475 volte in un caso e 5.015 volte nell’altro.

Secondo la difesa dei professionisti si trattava di medicine abitualmente assunte per patologie croniche, però la Cassazione non è d’accordo. Come detto è necessario il controllo volta per volta.

Come sottolineato dalla Suprema Corte, nel prescrivere medicine entrano in gioco interessi costituzionalmente protetti di cui il medico è garante.

Il Dm 31 marzo 2008 limita la consegna del farmaco senza ricetta solo in casi di estrema necessità e urgenza e a patto che siano presenti gli elementi per dimostrare che il paziente è in cura con il medicinale in questione. Ciò non scagiona medico e farmacisti di questo caso.

Le condanne sono state per falso ideologico ed esercizio abusivo della professione medica.