Sono 8.900 gli esodati del biennio 2013 – 2014

di Gianni Puglisi Commenta

L'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, come forse saprete, avrebbe ultimato il computo dei su indicati lavoratori esodati che, stando ad una preliminare e non definitiva stima, potrebbero ammontare a non meno di 8.900 unità.

E’ stato finalmente ufficialmente reso noto il numero dei lavoratori esodati italiani che, maturando i necessari requisiti pensionistici sulla base della normativa previgente la riforma delle pensioni del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, dovrebbero andare in pensione nel periodo di tempo compreso tra l’inizio del 2013 e la fine del 2014.

RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO

L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, come forse saprete, avrebbe ultimato il computo dei su indicati lavoratori esodati che, stando ad una preliminare e non definitiva stima, potrebbero ammontare a non meno di 8.900 unità.

RIFORMA DEL WELFARE 2012

Un numero di esodati, dunque, sicuramente ragguardevole che, oggi come oggi, sarebbe letteralmente impossibile da salvaguardare poiché, come rivelato dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero al Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati del Parlamento italiano Silvano Moffa, per la copertura finanziaria di qualsiasi provvedimento ideato in merito servirebbero non meno di 440,8 milioni di euro.

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Una cifra, purtroppo, attualmente irraggiungibile e che, forse, si potrebbe ottenere solamente provando a rimodulare e pesantemente ridefinire entitatà e qualità del cosiddetto Fondo Esodati che, come certamente saprete, la legge di Stabilità 2013 avrebbe istituito reindirizzando circa 100 milioni di euro dal cosiddetto Fondo Letta.

Ma non sarebbe tutto.

La stima di cui sopra, infatti, farebbe riferimento non già all’intera platea dei lavoratori esodati che dovrebbero andare in pensione nel biennio 2013 – 2014 bensì, purtroppo, solamente a coloro i quali dovrebbero naturalmente maturare i necessari requisiti pensionistici senza tuttavia considerare tutti coloro i quali avrebbero accettato negli scorsi anni accordi individuali o territoriali.

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