Sul Salva-Roma la maggioranza è divisa. Tutto fermo

di Daniele Pace Commenta

 Il decreto Salva-Roma per il momento non riesce a passare in Consiglio dei Ministri per l’opposizione della Lega. Sale la tensione in maggioranza sul debito di Roma Capitale, su cui ora la parola spetterà al Parlamento.

Il punto

In Consiglio dei ministri è passata una mediazione che per il momento ha messo da parte il debito di Roma, che verrà discusso dalla Camera. Per Matteo Salvini “i debiti della Raggi non saranno pagati da tutti gli italiani ma restano in carico al sindaco della Capitale”. Ma per i 5 Stelle la partita non è ancora chiusa perché sono stati stralciati solo i commi 2 e 6, che sono rinviati al Parlamento, mentre ci sono ancora i commi 1 e 7.
La struttura commissariale doveva finire nel 2021, con gli 11 miliardi di debito a carico dello Stato, che versa fino a 500 milioni l’anno. Il debito storico di Roma doveva essere risolto da un bond del tesoro per 1,4 miliardi, con la rinegoziazione dei mutui in essere, oggi molto cari.

Questo avrebbe portato ad un risparmio di due miliardi e mezzo. Sono stati stralciati i commi per l’assunzione a carico dello Stato degli interessi e del capitale delle obbligazioni sottoscritte da Roma Capitale. Questo sarebbe stato fatto a costo zero per la contemporanea riduzione del trasferimento annuale da parte dello Stato. Alla Lega non piace il “trattamento esclusivo” per Roma, che però è pur sempre la Capitale.